ComoAcqua: non si placano le polemiche dopo la mancata fusione delle multiutility del territorio in un’unica società.
Ora, la gestione idrica provinciale verrà probabilmente affidata a un soggetto privato tramite una gara internazionale, ma sul suolo – o meglio, sull’acqua comasca si sta scatenando una guerra politica.
Ieri le opposizioni di Palazzo Cernrezzi hanno annunciato un esposto alla Corte dei Conti.
Oggi interviene duramente Fabio Aleotti, rappresentante in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle.
“La situazione è davvero molto preoccupante perché i comaschi si trovano drammaticamente soli di fronte alle grandi holding dell’acqua – attacca il consigliere pentastellato – Como Acqua, costituita nel 2014 per divenire la società pubblica che gestisce unitariamente il servizio idrico, fino ad oggi è stata vittima della lotta intestina che dilania PD, Forza Italia e Lega. Tuttavia – prosegue Aleotti – la fusione degli attuali player in un’unica società pubblica in house non è sufficiente a garantire gli interessi dei cittadini. Per il M5S l’unica soluzione per evitare queste distorsioni della volontà popolare è quella di dotare Como Acqua della natura giuridica di Azienda Speciale, per questo il mio voto non è stato favorevole all’approvazione dell’attuale progetto di fusione. Nell’Azienda Speciale, da noi auspicata, è l’assemblea dei soci – composta dai consiglieri comunali dei comuni membri – che nomina gli organi aziendali, senza fusioni, conguagli in denaro, scambi di quote, scatole cinesi, holding e altre diavolerie”.
Intanto, dalle votazioni di mercoledì sera (contrari alla fusione Albavilla, Barni, Canzo e Como, astenuti altri dieci), emerge che sedici Comuni hanno prima approvato la delibera all’interno dei rispettivi consigli comunali, poi non hanno inviato alcun rappresentante in assemblea mercoledì per votare la fusione.