Oggi una prelibatezza da gustare in mille modi, una volta il “pane dei poveri”: è la castagna. I boschi dedicati a castagneti — spiega la Coldiretti di Como e Lecco — sul Lago di Como supera i 220 ettari. Addirittura, il comasco, con i suoi 143 ettari, si attesta al secondo posto tra le province dell’intera Lombardia, dopo Brescia. «Per le castagne — spiega Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti interprovinciale — sembrava essersi abbattuta la scure del cinipide, un parassita di origine asiatica che ne aveva diminuito esponenzialmente il volume produttivo negli ultimi anni, invece, grazie anche alla lotta biologica messa in atto dagli agricoltori, questo problema sembra essere in fase di superamento. L’importanza di questo tipo di contrasto agli organismi alieni, che infestano le nostre colture, è fondamentale per mantenere inalterata e di alto livello la salubrità dei prodotti agroalimentari, vero e proprio baluardo del Made in Italy».
Il cinipide, spiega l’associazione degli agricoltori, è stato sconfitto grazie all’introduzione del torimide, un insetto antagonista, sempre di origine orientale, che distrugge le uova del parassita e poi si autoestingue quando non ci sono più gli imenotteri di cui si nutre. Così, quest’anno, la produzione a livello regionale dovrebbe sfiorare il milione di chili per oltre 30 milioni di castagne che verranno raccolte sino alla fine del mese, a seconda delle varietà e della posizione.