Lo Stato, con un colpo di spugna estivo, cancella un debito da quasi 800mila euro nei confronti del Comune di Cantù. La denuncia corre via Facebook, per voce del deputato leghista canturino Nicola Molteni, che parla di “rapina di Stato contro i comuni per le spese di giustizia”.
Il credito accumulato dalla città del mobile riguarda infatti le spese di funzionamento della giustizia. Fino al 2014, Cantù aveva in via Ginevrina da Fossano un tribunale, l’ex pretura. I governi Monti prima e Renzi poi decisero però di chiudere i tribunali periferici, accentrando l’amministrazione della giustizia nel Palazzo di Giustizia di Como.
Cantù però anticipava le spese di funzionamento del tribunale cittadino al ministero della Giustizia, al punto da accumulare in sei anni – dal 1999 al 2015 – un credito di 874mila euro. “Soldi che – dice Molteni – lo Stato in ritardo e parzialmente rimborsava”.
“Ad agosto – aggiunge il deputato canturino – una circolare ministeriale comunica a tutti i Comuni i cui tribunali o sedi staccate sono stati soppressi che lo Stato rimborserà solamente il 10% dell’importo”. E non è tutto: il rimborso verrà erogato con rate spalmate su 30 anni. In altre parole, degli 874mila euro iniziali, Cantù ne vedrà solamente poco meno di 90mila, per un importo di 3mila euro all’anno.
“Il residuo – aggiunge Molteni – pari a 785mila euro, rimarrà sul groppone dei canturini. Di più, lo Stato, impone che gli enti locali si accontentino, senza nulla più pretendere, di questo pagamento a saldo e stralcio. Un ricatto – conclude Molteni – e alla fine Cantù si ritrova con un credito che lo Stato non ottempera, un tribunale chiuso e l’elemosina di 89mila da prendere in trent’anni”.
Molteni oggi ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia sul tema.