Giardini pubblici, parchetti. Le centrali del microspaccio, a Como. Almeno una volta al mese polizia, polizia locale o carabinieri arrestano pusher di piccolo cabotaggio, che vendono – spesso a minorenni – dosi da cinque o dieci euro di hashish e marijuana.
Pesci piccoli, presi singolarmente. Ma che, aggregati, danno l’immagine di una fitta rete di spaccio, in città, capillare e radicata.
Gli arresti sono stati effettuati in piazza San Rocco, ai giardini di via Italia Libera, di via Anzani, della zona lago. Ma un luogo più di altri ricorre nelle operazioni delle forze dell’ordine: i giardini Sant’Elia, nell’area ex zoo. Dove il giro di spaccio, stando alle cronache, sembra monopolizzato da cittadini del Gambia.
La prima operazione recente risale al 28 novembre dell’anno scorso. I carabinieri arrestano un giovane del Gambia trovato in possesso di 15 dosi di stupefacente. Passano tre mesi e, sempre ai giardini Sant’Elia, interviene la polizia locale, arrestando per spaccio – dopo appostamenti e filmati – un 29enne, originario sempre del Gambia. Un mese dopo la polizia arresta un altro gambiano, un 20enne, che spacciava in piazza San Rocco. Ancora dal Gambia arrivava il pusher sorpreso a giugno dai carabinieri a vendere droga ai minorenni tra i giardini Sant’Elia e la zona stadio.
In estate la centrale dello spaccio non si ferma: notizia del 20 agosto, sempre ai giardini Sant’Elia, due ventenni gambiani vengono arrestati per spaccio. Vendevano marijuana a gruppi di minorenni.
E ancora, l’altro ieri, un 30enne del Gambia arrestato mentre spacciava marijuana a ragazzini. In questo caso, in manette è finito anche un 17enne comasco.
Si tratta di bassa manovalanza dello spaccio, pusher spesso arrestati con pochi grammi e pochi euro in tasca. In tutti i casi citati arrivavano dal Gambia, e nella maggior parte dei casi spacciavano nei giardini ex zoo. “Loro sono africani. E di certo sbagliano. Ma chi li ingaggia non è africano – avverte Roberto Bernasconi, direttore della Caritas di Como, una delle principali associazioni impegnate sul fronte della gestione migranti in città – A ingaggiarli sono le organizzazioni malavitose, spesso italiane. Noi cerchiamo di fare prevenzione, di indottrinare questi ragazzi, ma la tentazione di un piccolo guadagno immediato è forte, e le organizzazioni criminali ne approfittano”.
Altre operazioni di contrasto al microspaccio hanno interessato Como Borghi (12 aprile), i giardini di via Anzani (12 agosto), di via Italia Libera (4 settembre), o i giardini a lago (7 settembre). “Cerchiamo di debellare questi fenomeni, che incidono nettamente sulla qualità della vita dei cittadini – commenta Donatello Ghezzo, comandante della polizia locale di Como – un forte impulso, in questo senso, è arrivato dall’amministrazione cittadina, che ha dato precise indicazioni sulla volontà di intervenire su questo e altri fenomeni che minano la sicurezza urbana”.