I piatti tipici, all’ombra delle Basilica, riscuotono sempre il solito enorme successo. Gli appuntamenti religiosi richiamano ancora migliaia di comaschi negli ultimi giorni di agosto. E persino il Palio del Baradello negli anni è riuscito a farsi seguire ed apprezzare sempre di più. Ma tra le più classiche manifestazioni legate ai festeggiamenti di Sant’Abbondio, una segna malinconicamente il passo. Forse, superata dalla storia e dal fatale mutare dei commerci.
La fiera zootecnica che soltanto nel 2005 radunava nell’area verde dei Santi Cosma e Damiano oltre 100 capi di bestiame, quest’anno ha toccato il record negativo. Soltanto 17 mucche sono arrivate in città, tra l’altro – come accade ormai da diversi anni a questa parte – non più tra basilica e prato bensì nel cuore di un anonimo parcheggio semicentrale: l’Ippocastano.
Diciassette bestie: il record negativo di ogni tempo, peraltro a seguito di una riduzione ormai costante di anno in anno. Quest’oggi, poi, Como quasi ha fatto persino fatica ad accorgersi della presenza della microfiera zootecnica: in tarda mattinata, dopo il discorso del sindaco, era già tutto finito. Le strisce blu dell’Ippocastano, dopo quella smunta e fulminea apparizione, erano già tornate ad ospitare macchine e non più vacche. La semi-estinezione dei macellai di quartiere, viene additata tra le cause della contrazione di vendite e compravendita.
Segno dei tempi, anche se in Comune c’è chi giura che la fiera sarà rilanciata già nel 2018. Si può credere, ma è più facile dubitarne.
Al taglio del nastro, questa mattina, era intervenuto il sindaco Mario Landriscina che ha detto: «Dobbiamo difendere il valore di questa nostra tradizione e incentivarne la crescita per riportarla agli antichi splendori agendo insieme agli allevatori e agli uffici comunali che negli anni hanno sviluppato grande competenza in questo settore. La festa di Sant’Abbondio va potenziata con entusiasmo e dedizione per far tornare al centro della nostra città questo pezzo di storia».