Ci sono 18 mesi contati per completare integralmente il restauro di Villa Olmo e inaugurare l’orto botanico, non un giorno di più. Altrimenti esiste il rischio reale che il Comune di Como perda definitivamente una cifra variabile tra i 2 i 3 milioni, destinata a essere revocata da Fondazione Cariplo. Un’ipotesi catastrofica e che si tenterà in ogni modo di scongiurare, evidentemente, ma che in assoluto non è escludibile a priori, visto che proprio l’anno scorso la Fondazione revocò a Palazzo Cernezzi un vecchio finanziamento di 200mila euro per un restauro delle antiche mura mai nemmeno progettato.
Ora, il pericolo è simile: la data ultima perché l’intera operazione Villa Olmo-orto botanico sia conclusa e rendicontata è stata da poco spotata al marzo 2019, comprensiva già di tutte le proroghe possibile.
Ma a oggi, la somma largamentamente superiore ai 2 milioni di euro con cui Palazzo Cernezzi dovrebbe rimettere a nuovo il piano terra, il primo piano, gli impianti e i servizi di Villa Olmo non è stata nemmeno ancora impegnata. Non ha una destinazione, insomma. E questo perché addirittura – per tutti quei lavori – uno straccio di progetto pronto e appaltabile non c’è. Zero.
Fatti due conti, un appalto del genere richiederà almeno 5 mesi di tempo per arrivare alla firma del contratto con l’azienda aggiudicatrice. Ma prima di fine anno, è pressoché da escludere che il Comune riesca davvero a indire la gara. Si andrà al 2018, con una assegnazione ipotizzabile entro giugno, ricorsi al Tar degli esclusi permettendo. Da lì ci sarebbero 9 mesi di tempo per avviare lavori da quasi 2 milioni e mezzo sulla villa, eseguirli senza intoppi, inaugurarli, rendicontare alla Fondazione e tagliare il traguardo.
Altre proroghe non sono previste, l’iter è già in ritardo di due anni e mezzo. La ghigliottina sui finanziamenti, non è fantascienza.