Sono passati 5 anni da quel 18 marzo del 2020 quando una colonna di mezzi militari usciva dalla città di Bergamo portando le bare delle vittime della pandemia. Momento sintesi e simbolo della drammatiche conseguenze del Covid. Nel 2021 il Parlamento ha stabilito che il 18 marzo diventasse la “Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia”. Anche a Como ai giardini di Villa Geno alla Stele Ascesa 2020 la cerimonia ufficiale con la deposizione di una corona di alloro ai piedi del monumento. Presenti le autorità, civili e militari, i cittadini, i rappresentanti del personale sanitario, sempre operativi nell’emergenza.
Medici, infermieri, volontari, “gli eroi” di quegli anni che oggi si confrontano con una sanità che porta ancora gli strascichi della pandemia sommati alle difficoltà quotidiane. “Ricordo la città deserta, i pazienti che non ce l’hanno fatta, la sofferenza delle famiglie, ma anche la forza della scienza con le vaccinazioni e la grande unione di tutto il mondo sanitario” ha detto, Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici di Como.
“Giornate come questa ci servono a non dimenticare, a manifestare la nostra vicinanza alle famiglie che hanno sofferto e che hanno detto addio ai loro cari – ha detto il sindaco di Como, Alessandro Rapinese – ma anche ad essere essere grati a chi per lavoro, per volontariato, per semplice scelta di vita, accudisce i malati, restano loro i veri eroi”. A mezzogiorno su indicazione dei vescovi delle dieci diocesi della Lombardia, le campane delle chiese hanno suonato a lutto come segno di partecipazione alla giornata. “Abbiamo affrontato una sfida epocale – ha sottolineato il vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni – che ci ha procurato grandi sofferenze e paure, toccandoci nella nostra essenza umana più profonda. In quei giorni ci sostenevamo a vicenda, rassicurandoci sul fatto che sarebbe andato tutto bene: era la conferma che solo insieme si possono affrontare e superare anche le difficoltà più grandi”.