(ANSA) – MILANO, 17 MAR – Quella squadra di analisti e cyber-spie, con a capo due professoresse di un’università inglese e che emergeva da intercettazioni e atti dell’indagine, sarebbe stata solo un’invenzione. E’ la versione di Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker arrestato nel caso Equalize, per come è riportata nel verbale di interrogatorio dell’11 dicembre scorso. "È una storiella che ho inventato per coprire Cornelli e Cavicchi (due degli indagati, ndr) agli occhi di Carmine Gallo, che è mio cliente, è sempre stato mio cliente insomma", ha sostenuto Calamucci. I nomi delle due prof utilizzati nelle conversazioni e nelle mail, nomi di persone reali, in realtà, secondo l’hacker, sarebbero serviti soltanto "per sostenere la tesi". E ancora: "Ho firmato Monica per far credere a Carmine che c’era un’altra persona". In realtà, ha chiarito Calamucci, ci sarebbe stata un’altra azienda "che ci forniva gli Sdi", ossia gli accessi abusivi, "e mi mandava gli Sdi e i report", che aveva "40-42 analisti". Tuttavia, "ho capito che di sostanza ce n’era poca – ha aggiunto – e quindi gli analisti per me erano Mattia Coffetti, Samuele Abbadessa, Giulio Cornelli", tutti indagati nella presunta associazione per delinquere. Calamucci ha anche negato di aver mai fatto parte di Anonymous: "Mai, mai, le mie doti informatiche sono medie". (ANSA).