(ANSA) – NAPOLI, 17 MAR – ”Il caso di nostro figlio non va archiviato, chiediamo che si continui ad indagare affinché sulla sua tragica morte venga fatta giustizia e sia sancita la verità: Mario è stato ucciso". E’ questo l’appello che Anna Motta e Pino Paciolla, genitori di Mario Paciolla, cooperante delle Nazioni Unite, impegnato in Colombia e trovato morto il 15 luglio 2020, lanciano alla vigilia di un’udienza, il prossimo 19 marzo, dove il giudice, dopo l’opposizione all’archiviazione degli avvocati della famiglia, si dovrà esprimere sul caso. La morte di Mario Paciolla, avvenuta mentre il giovane era impegnato in Colombia per verificare il rispetto degli accordi di pace tra il governo e le Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), e’ stata da subito classificata come suicidio. "Ma le tantissime circostanze ambigue e le incongruenze che caratterizzano l’operato degli investigatori e dei responsabili delle Nazioni Unite presenti sul posto al momento della tragedia – racconta all’ANSA Pino Paciolla – hanno sempre sollevato in noi sempre maggiori dubbi su questa versione". ”Da sempre – ricorda Anna Motta – gli amici di Mario, i suoi colleghi giornalisti e Art21 (associazione di esponenti del mondo della comunicazione, della cultura e dello spettacolo) e semplici cittadini sono al nostro fianco in questo percorso di verità e giustizia. L’appuntamento per tutti è per il 19 marzo dalle 9 per un presidio, una ‘scorta mediatica’, davanti alla sede del tribunale di Piazzale Clodio". (ANSA).