Con 18 voti favorevoli della maggioranza e 8 contrari dell’opposizione, è stata approvata dal consiglio comunale di Como la delibera di giunta che prevede la privatizzazione dei nidi comunali. E proprio poco prima della seduta di consiglio, nel cortile di Palazzo Cernezzi, è andata in scena una protesta delle famiglie e dei sindacati Cgil e Uil, che ancora si oppongono fermamente alla posizione del sindaco Rapinese.
A Etg+ Sindaco, il primo cittadino comasco Alessandro Rapinese ha così commentato la decisione approvata in consiglio: “La differenza non è sicuramente il costo del dipendente, perché la differenza tra la busta paga della cooperativa e un dipendente comunale è di circa il 10%. È lo stesso motivo per cui le inefficienze del pubblico lasciano le buche nelle strade, fanno chiudere musei e scuole. C’è una gestione probabilmente più efficace nel privato“.
Inoltre, fa sapere Rapinese, “abbiamo più del 40% dei dipendenti che hanno delle motivazioni – riconosciute dalla Repubblica – per lavorare molto meno. Sono garantite dalla legge, per esempio i permessi studio. In un’azienda privata, invece, non c’è il 40% dei dipendenti che non può lavorare full time nel tempo che ha contrattualizzato. Nel Comune di Como, in tal senso, siamo un po’ sfortunati. E ciò influisce sui costi. Se una pizzeria ha 10 dipendenti e 4 restano a casa, sono disponibili soltanto in 6. Serve quindi assumerne altri. Viva la Repubblica, ma questa è una battaglia dei sindacati solo perché stiamo esternalizzando un servizio“.
“Il cliente del sindacato – ha concluso il sindaco – è il dipendente pubblico, i sindacati sono quindi preoccupati perché avranno meno clienti, dato che il lavoro passa alla cooperativa. Chi lavora in una cooperativa, però, è tutelato dalla lege tanto quanto il dipendente pubblico. Guadagna un po’ meno? Allora mi faccio una domanda: guadagna troppo il dipendente pubblico o troppo poco loro? Sono solo speculazioni”.
La replica della Uil
A replicare alle parole del sindaco di Como è il segretario generale Uil Fpl del Lario e Brianza, Massimo Coppia. “Siamo sbalorditi e increduli dalle parole del primo cittadino di Como, che ha paragonato la gestione professionale di un asilo nido a quella di una pizzeria“, dichiara Coppia. E ancora: “Questo atteggiamento evidenzia una totale mancanza di comprensione e una visione riduttiva del servizio educativo e sociale, trasformandolo in un mero business”.
“Finalmente – ha aggiunto il segretario del sindacato – il sindaco si è mostrato per quello che è, facendo emergere che, con il cambio di gestione, i diritti e gli stipendi delle lavoratrici delle cooperative sociali sono più convenienti e costano meno economicamente con meno diritti. Questo si chiama dumping contrattuale e le lavoratrici e i lavoratori non possono essere messi in queste condizioni!
“I permessi retribuiti come il diritto allo studio e il part-time sono chiaramente regolati dal contratto nazionale delle funzioni locali. O forse il sindaco vorrebbe creare un “contratto per l’autonoma Repubblica Comasca”? Per i sindacati sotto Palazzo Cernezzi, dico: è la democrazia, caro sindaco. E vi promettiamo – conclude Massimo Coppia – che ci faremo sentire molto spesso, sia da lei sia dai cittadini comaschi, per difendere i diritti di chi lavora”.