(ANSA) – CATANIA, 04 MAR – Gli spostamenti a largo delle coste siciliane, e le soste di fronte ad Augusta, di petroliere sospette hanno attirato l’attenzione della Direzione distrettuale antimafia di Catania, guidata dal procuratore Francesco Curcio, che avrebbe aperto un fascicolo. Grazie all’elenco delle navi che attraccano ad Augusta e a Santa Panagia (Siracusa), è stato possibile ricostruire una serie di trasferimenti di petrolio "ship-to-ship", da nave a nave, avvenuti appena fuori dalle acque territoriali italiane. In un’inchiesta di Report con Greenpeace, il Mediterraneo di fronte alla Sicilia orientale viene definito il nuovo "hub" per gli scambi da nave a nave, incluse quelle della "shadow fleet" della Russia. Lo scrive il quotidiano La Sicilia. "Negli ultimi due anni, il volume di greggio russo trasportato dalla shadow fleet è cresciuto in maniera esponenziale, fino a coprire il 70 per cento delle esportazioni totali russe via mare", si legge nell’indagine dell’associazione ambientalista. In base alle sanzioni occidentali contro la Russia per l’aggressione all’Ucraina, è vietato ai Paesi dell’Unione Europea, del G7 e all’Australia di importare e molti dei suoi derivati se provengono da Mosca. È questo embargo ad avere costretto il colosso russo Lukoil a vendere alla società cipriota Goi Energy le raffinerie di Priolo Gargallo, all’inizio del 2023. "Al contempo agli stessi Paesi non è consentito fornire servizi di assistenza tecnica, intermediazione e assistenza finanziaria a nessuna delle entità coinvolte nel trasporto marittimo di petrolio russo. È proibito partecipare consapevolmente in attività svolte con lo scopo di eludere le sanzioni imposte, tra cui operazioni StS (ship to ship, ndr) finalizzate a "riciclare" petrolio russo o consentire a un carico originato da una imbarcazione sottoposta a sanzioni di proseguire il suo viaggio", prosegue Greenpeace. È questo, invece, che sarebbe avvenuto a largo delle coste siciliane e sarebbe al centro dell’inchiesta della Dda di Catania. (ANSA).