L’esito dell’esame di un 20enne di Carugo fa capire ai medici dell’ospedale di Cantù che il paziente ha bisogno di trattamenti urgenti e deve presentarsi prima possibile. Il numero di telefono registrato nella cartella però non è corretto e gli operatori chiedono aiuto alla polizia locale del paese. L’intervento immediato della comandante, Lorena Beretta ha permesso di rintracciare il ragazzo e fare in modo che raggiungesse in tempo il presidio Sant’Antonio Abate.
L’intervento della comandante è di giovedì 13 febbraio. Per raccontarlo però, Lorena Beretta ha aspettato di avere la notizia più attesa: “Il ragazzo, che era stato subito ricoverato, è guarito ed è stato dimesso”, dice la vigilessa, che ricorda benissimo la mattina di otto giorni fa. “Stavo tenendo una lezione di guida sicura ai bambini – racconta – Dal comando mi hanno chiamato per dirmi della richiesta che c’era arrivata dall’ospedale di Cantù. Ho capito l’urgenza e ho interrotto l’attività per rintracciare la persona cercata”.
“Il numero di telefono registrato in ospedale non era contattabile – racconta la comandante – Sono andata all’indirizzo dell’abitazione ma la casa era vuota. Mi sono rivolta a un vicino, che mi ha detto che la persona che cercavo era uscita da poco. Gli ho chiesto se avesse un numero ed è stato subito collaborativo e disponibile. Ho potuto quindi parlare con l’interessato per spiegargli che doveva tornare in ospedale. Ho poi capito che il paziente in realtà era il figlio 20enne dell’uomo, che era stato poco prima al pronto soccorso. Il padre lo ha riportato in ospedale. Gli esami avevano accertato che aveva un serio problema al polmone ed era necessario intervenire subito”. Il ricovero in tempi brevi del ragazzo ha permesso il lieto fine. “Il giovane è stato dimesso, sono andata a trovarlo, sta bene ed è grato per il tempestivo intervento e l’impegno messo per rintracciarlo”.