(ANSA) – LATINA, 11 FEB – Oggi i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina, insieme ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, hanno proceduto a dare esecuzione a un provvedimento del gip presso il Tribunale di Cassino con cui, a conclusione di una complessa attività d’indagine coordinata dalla locale Procura, è stato disposto il sequestro di falsi crediti di imposta, quantificati in oltre 76 milioni di euro, maturati mediante l’indebito ricorso alle misure di sostegno emanate dal Governo con il decreto rilancio (D.L. 34/2020) durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese in difficoltà. Nel complesso l’indagine ha visto coinvolti una vasta platea di soggetti e il coinvolgimento di 36 società radicate in diverse regioni d’Italia, e ha portato al deferimento di 87 persone fisiche a vario titolo per concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Gli accertamenti ed approfondimenti esperiti in esecuzione dell’attività co-delegata dalla Procura di Cassino ai Gruppi della Guardia di Finanza di Formia e Cassino, sviluppatisi attraverso la ricostruzione, a ritroso, di tutto il "portafoglio" dei crediti fittizi nella disponibilità dei soggetti cessionari, tramite i quali gli stessi sono poi pervenuti alla predetta società finanziaria, hanno consentito di acclarare l’esistenza di molteplici e concatenate cessioni di crediti d’imposta di origine illecita, che dai beneficiari originari, mediante successivi passaggi cedente/cessionario, in parte sono stati monetizzati a mezzo cessione a Poste Italiane, in altri casi presenti sui cassetti fiscali di soggetti terzi, ovvero utilizzati in compensazione di quanto dovuto in termini di imposte da versare all’Erario. L’autorità giudiziaria ha dunque ritenuto che, attraverso artifizi e raggiri, l’Agenzia delle Entrate sia stata indebitamente indotta in errore, procurando così l’ingiusto profitto di ottenere che crediti d’imposta falsi venissero attestati quali esistenti e cedibili a terzi, cagionando, conseguentemente, un danno patrimoniale all’Erario, corrispondente al valore dei crediti d’imposta artefatti complessivamente negoziati, attualmente stimato per un valore di oltre 76 milioni di euro. (ANSA).