Fumogeni, persone incappucciate, urla e slogan contro il sistema carcerario. Manifestazione non autorizzata al Bassone e intervento della polizia nel pomeriggio di ieri. Gli agenti hanno arrestato per resistenza un 34enne comasco, ex candidato sindaco, e denunciato a piede libero altri cinque partecipanti alla protesta.
L’intervento della polizia della questura di Como è stato richiesto alle 15.30 di ieri dagli agenti della polizia penitenziaria del Bassone, che hanno segnalato la presenza di un folto gruppo di persone incappucciate sul retro del carcere, che urlava frasi a favore dei detenuti accendendo anche dei fumogeni.
I poliziotti delle volanti, con gli agenti della penitenziaria e il supporto anche di pattuglie della polizia di frontiera e dell’Arma dei carabinieri sono intervenuti per fermare la manifestazione non autorizzata. I presenti, all’arrivo delle forze dell’ordine si sono velocemente divisi e allontanati, raggiungendo alcune auto parcheggiate a poca distanza.
Le forze dell’ordine, dopo un breve inseguimento hanno bloccato cinque giovani tra i 25 e i 30 anni, quattro comasche e una residente a Siena, tutte con precedenti amministrativi. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti, in quel momento sarebbe intervenuto Roberto Adduci, 34 anni, candidato sindaco alle ultime elezioni amministrative a Como. L’uomo avrebbe cercato di bloccare gli agenti che stavano fermando le ragazze sull’auto, spintonandoli con forza e cercando di allontanarli.
Il 34enne e le cinque giovani sono stati portati in questura. Le ragazze, al termine degli accertamenti sono state denunciate a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata. Adduci, sia durante le fasi del fermo che in questura, avrebbe continuato a tenere nei confronti degli agenti un comportamento ostile. E’ stato quindi arrestato per resistenza. Due delle giovani hanno ricevuto dal questore di Como Marco Calì il foglio di via obbligatorio da Como per un anno.
Processato con rito direttissimo, assistito dal legale Simone Bosisio, Roberto Adduci ha chiesto i termini a difesa ed è stato rimesso in libertà con l’obbligo di firma in attesa della prossima udienza, fissata per il 3 marzo.