(ANSA) – ROMA, 06 FEB – "Le notizie che ci arrivano da Monfalcone (Gorizia) – alcune studenti del locale istituto professionale costrette a essere ‘identificate’ da un’insegnante a ogni ingresso a scuola perché il loro viso è nascosto dal niqab, velo integrale – sollevano molte preoccupazioni sulla libertà di queste ragazze e sulla loro effettiva integrazione nel contesto scolastico e sociale. La necessità di un efficace dialogo tra culture non può impedire di osservare che talune pratiche contravvengono ai più elementari diritti e ostacolano il pieno sviluppo della personalità di chi è costretta a subirne l’imposizione". Lo afferma in una nota l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Marina Terragni. "Bambine e ragazze – aggiunge – devono essere libere di crescere armoniosamente, seguendo ciascuna le proprie più autentiche vocazioni: la consapevolezza che il proprio corpo non può essere in alcun modo umiliato e mortificato fa obbligatoriamente parte di questo percorso. L’auspicio è che sul caso di Pordenone e su ogni caso analogo il ministero dell’Istruzione e del Merito ponga la massima attenzione". (ANSA).