Il progetto del nuovo stadio del Como 1907 scuote Attilio Terragni, nipote dell’architetto Giuseppe, spirito razionalista che ha disegnato la città.
“Pensavo fosse impossibile che i comaschi continuassero nella loro opera di distruzione della città”, scrive sui social: “Se continua così dopo la distruzione del lungolago, dei giardini a lago e ora dello stadio, saremo fortunati se ci rimarrà la magnifica passeggiata di Villa Olmo ideata da Giuseppe Terragni”.
“Sarebbe meglio abbassare lo stadio di 10 metri”
Uno sfogo che però vuole mantenere lontana ogni aria di polemica, ma semplicemente spiega: “Si tratta di una considerazione di chi ama la città”.
“Non vengo da una famiglia che si oppone alle innovazioni, anzi, ma vengo da una famiglia che si oppone alle brutture”, commenta Terragni che in merito ai render presentati in Comune davanti all’amministrazione locale, dalla società di calcio impegnata nel campionato di Serie A, e con evidenti ambizioni di crescita future, dice “Sarebbe meglio abbassare lo stadio di 10 metri, già non è più visibile il Novocomum. Lo stadio invece diventerà un muraglione che nasconderà del tutto il panorama e il rapporto con l’acqua già visibili a mala pena. Spero -sottolinea- che la Soprintendenza imponga di mantenere l’altezza, almeno come quella attuale, sopralzata già negli anni ‘70”. A rischio per Terragni il rapporto con la natura, già duramente compromesso, ma non solo, ormai è pieno di crepe anche lo spirito architettonico di inizio secolo della città.
“L’anima razionalista di Como? L’hanno già distrutta”
“L’anima razionalista di Como? L’hanno già distrutta. I giardini a Lago diventeranno un autogrill dell’autostrada, e guarda cosa hanno fatto con le paratie. Abbiamo perso completamente il rapporto con l’acqua. C’è ancora qualcuno che ama Como?”, si domanda.
“Mi auguro -continua Terragni- che la città sia prima di tutto dei cittadini e non di un privato, che questo obbrobrio non vada oltre questa fase di render, e sono convinto ci siano le sedi opportune per fermarlo”.
L’alternativa? Per Attilio Terragni la soluzione migliore sarebbe spostare fuori città lo stadio del Como e ridare il Sinigaglia ai cittadini.
“Se ne deve discutere, sediamoci e parliamone -conclude l’architetto-. Troppo facile dire dopo “Hanno distrutto la città””.