(ANSA) – ROMA, 04 FEB – L’Associazione Dottorandi e dottori di ricerca in Italia (Adi) ha presentato "un esposto alla Commissione Europea, richiamando l’attenzione sulle criticità nell’attuazione della riforma delle carriere dei ricercatori prevista dalla Missione 4, Componente 2 del Pnrr". E’ quanto fa sapere l’Adi in una nota. "L’analisi si concentra sulle recenti evoluzioni legislative, segnate da ultimo ddl 1240 di riforma del preruolo universitario, promosso dalla ministra Bernini, e sul mancato avvio dei contratti di ricerca, elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr M4C2 – proseguono – il dossier evidenzia come la riforma, introdotta con la legge n. 79/2022 (nota come "Pnrr-bis") voluta dall’allora governo Draghi, abbia abolito il precedente istituto degli assegni di ricerca sostituendolo con il contratto di ricerca, un vero e proprio contratto di lavoro con diritti e tutele. Tuttavia, nonostante la firma della sequenza contrattuale da parte dell’Aran lo scorso ottobre 2024, l’adozione effettiva del contratto resta bloccata a causa di ritardi tecnici nella certificazione di compatibilità economica da parte della Ragioneria Generale dello Stato (bollinatura)". L’Adi segnala, inoltre, come "la presentazione del ddl 1240/24 rappresenti un rischio significativo per l’intero comparto universitario, introducendo figure para-contrattuali prive di adeguate garanzie". L’Associazione ha richiesto alla commissione europea: "l’accesso ai documenti relativi ai rapporti tra le istituzioni europee e italiane in merito alla riforma della carriera dei ricercatori. Una valutazione formale sulla possibilità che le azioni del ministero dell’Università e della Ricerca costituiscano un annullamento degli impegni assunti dall’Italia nel quadro del Pnrr". "Non possiamo tollerare che il Mur ostacoli riforme cruciali per il futuro della ricerca e dell’innovazione – ha evidenziato il segretario nazionale dell’Adi, Davide Clementi – È necessario un intervento deciso per tutelare le carriere dei ricercatori nel rispetto degli impegni presi in Europa, dando finanziamenti certi e stabili per il comparto dell’università e della ricerca". (ANSA).