(ANSA) – OZIERI, 03 FEB – Ribadisce "l’estraneità delle accuse" e conferma "con forza l’impegno della diocesi a favore dei poveri e contro ogni forma di indigenza, ingiustizia e disagio materiale e spirituale". Il vescovo di Ozieri, Corrado Melis, rinviato a giudizio insieme con Antonino Becciu, fratello del cardinale Angelo Becciu, e altri sette imputati per la gestione dei fondi 8xmille, ha scritto una lettera aperta sulla home page della diocesi indirizzata ai sacerdoti, diaconi, religiose, seminaristi e fedeli. "Tante nostre scelte possono essere messe in dubbio, ma su questa priorità non siamo disposti a cedere di un centimetro – si legge – E proprio adesso mi sento rassicurato dai volti di tante persone incontrate e servite con amore in questi anni, oltre che dalla mia storia di fede e dalla vicinanza affettuosa di tanti amici del popolo di Dio. Solo così so di poter affrontare ulteriori fatiche che si fanno sempre più umilianti". Per monsignor Melis "stiamo vivendo certamente una delle pagine più sofferte e delicate della storia della nostra Chiesa diocesana. Sono giorni di prova, di interrogativi, di dolore per chi ama questa comunità e vi ha dedicato la propria vita". L’alto prelato scrive di non riuscire "a tacere il dolore per l’ingiustizia, reso ancora più forte dalla percezione che nel mondo dei tribunali, delle indagini e dei processi (ambienti a me completamente sconosciuti) ci sia qualcuno che ha il potere di rendere impossibile la vita. Questo atteggiamento è causa di grande amarezza per la vita mia e di molti altri coinvolti". Al termine della missiva il vescovo ringrazia "chi mi tende la mano ogni giorno e la tiene ben stretta". E "in maniera speciale chi in questa diocesi tiene le mani ben strette a chi è facile preda della disperazione e rischia la dispersione. Ringrazio perciò sacerdoti e laici amici infaticabili del Vangelo.Questo, infine, vi chiedo con umiltà: non scoraggiamoci. Non disperdiamo nulla del buon pascolo che il Signore dona a questa preziosa e brillante porzione di Chiesa e non sprechiamo neanche una briciola di questo momento di fatica e di ogni nostra ferita". (ANSA).