Ordini interni in calo, ordini esteri costanti, vendite in diminuzione. Nonostante un quadro poco incoraggiante il mese di aprile è stato definito il mese della speranza. E’ lo scenario che emerge dall’analisi congiunturale di Unindustria Como svolta su un campione di imprese. L’andamento dell’economia manifatturiera comasca nel quarto mese del 2017 ha mostrato risultati non in linea con quelli più positivi dei mesi precedenti. Rispetto a marzo si è assistito – come detto – a una generale diminuzione delle performance aziendali in termini sia di fatturato che di ordini raccolti.
L’andamento degli ordini interni in aprile rispetto a marzo è risultato in peggioramento per il 42,6% del campione, la stessa quota di aziende ha ordini stabili. Gli ordini esteri sono risultati più costanti sebbene il 34,5% delle aziende ha visto una diminuzione. Questi dati si sono ripercossi inevitabilmente sul fatturato delle imprese: oltre la metà ha visto una diminuzione delle vendite di aprile rispetto a marzo, mentre solo il 17% delle aziende è riuscita ad incrementare i ricavi mensili. Tuttavia, le aspettative per le prossime settimane sono migliori rispetto a quelle registrate nella rilevazione di febbraio. Un terzo del campione ha manifestato ottimismo per le prospettive future anche in virtù degli ordini già programmati in precedenza.
Restano e continunao a preoccupare situazioni di insolvenza e ritardo nei pagamenti.
“Il mese di aprile di quest’anno – commenta Fabio Porro, Presidente di Unindustria Como – potrebbe essere definito come il mese della speranza. A fronte di dati che mostrano un peggioramento del quadro economico, infatti, il nostro campione evidenzia ottimismo per le aspettative future. Nonostante la contrazione investa uno dei settori principali della nostra provincia, il tessile – abbigliamento i cui dati si ripercuotono sulla media in maniera determinante, l’auspicio è che i prossimi eventi fieristici mondiali possano in qualche modo invertire questa tendenza. E’ evidente – prosegue Porro – che dobbiamo abituarci a questi andamenti altalenanti anche se andrebbero neutralizzati attraverso interventi di politica industriale capaci di ridare slancio alla domanda. Vogliamo vedere la concretizzazione di politiche fiscali capaci davvero di incentivare consumi e domanda – conclude Porro – come la riduzione del cuneo fiscale almeno per i nuovi assunti ma anche la semplificazione degli adempimenti burocratici che gravano sulle imprese rappresentando dei veri e propri costi indiretti che i nostri competitors esteri di certo hanno in misura molto inferiore”.