(ANSA) – LOS ANGELES, 22 GEN – Da quando Donald Trump è stato eletto, gli attivisti della Coalizione per i diritti umani degli immigrati di Los Angeles (Chirla) non hanno più avuto turni di riposo. "Normalmente organizziamo cinque seminari al mese per spiegare ai migranti senza documenti i loro diritti. Da novembre ne abbiamo avuti 148. Le richieste si sono moltiplicate per dieci", calcola Jorge Mario Cabrera, direttore della comunicazione. Questi workshop, intitolati "conosci i tuoi diritti", si organizzano in fabbriche, aziende agricole, scuole, chiese. Il primo della seconda era Trump si è tenuto a 24 ore dall’entrata in carica del neopresidente. Nella città che ospita la più grande comunità di immigrati irregolari del Paese, in cui più del 12% degli studenti delle superiori ha almeno un genitore senza documenti, l’appuntamento era sulla scalinata della Immanuel Presbyterian Church. Centinaia si sono riuniti per una veglia di canti e preghiere, in mano candele e cartelli con scritto: "Basta soldi per le deportazioni" e "Siamo qui per restare". Poi sono defluiti nella vicina sede del sindacato degli insegnanti per seguire il seminario, in spagnolo e con traduzione simultanea in altre lingue come il filippino. "Spieghiamo loro che se agenti dell’Immigration and customs enforcement (Ice) si presentano a casa loro, hanno il diritto di non farli entrare senza un mandato firmato da un giudice. Devono cominciare a chiudere le porte a chiave, non devono firmare niente né dare documenti", spiega Cabrera, che aggiunge: "Los Angeles e la California sono ‘santuari’: le forze dell’ordine locali non possono chiederti lo status migratorio. Essere straniero non è un crimine". "Questi sono i lavoratori che tengono in piedi la città. Badano ai nostri figli, puliscono le nostre case e i giardini. Sono cassieri al supermercato e camerieri dei ristoranti. Sono loro che ricostruiranno i quartieri andati a fuoco: sposteranno le macerie e alzeranno le nuove case", dice la direttrice di Chirla Angelica Salas. "In migliaia hanno perso il lavoro con i roghi e ora hanno paura a rivolgersi all’Agenzia federale per le emergenze in cerca di aiuto economico. Dobbiamo spiegargli che lì nessuno può chiederti se sei in regola con l’immigrazione e possono andare tranquilli". (ANSA).