(ANSA) – ROMA, 21 GEN – "Quando ho dovuto riconoscere il corpo di Giulio ho potuto vedere solo il suo viso: ho visto la brutalità, la bestialità, sul corpo di nostro figlio. Era coperto da un telo e chiesi di poter vedere almeno i piedi ma una suora mi disse ‘suo figlio è un martire’. Lì capii che era stato torturato". E’ quanto afferma Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni, nel corso della sua audizione davanti ai giudici della prima Corte d’Assise di Roma nell’ambito del processo a carico di quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’uccisione del ricercatore friulano. Nel corso dell’audizione, la madre del ricercatore ha raccontato dell’ultima volta in cui parlò con il figlio. "L’ultima volta lo abbiamo visto, tramite Skype, è stato il 24 gennaio 2016. Ci disse del 25 gennaio, di cosa significasse al Cairo quella data. Gli dissi ‘Mi raccomando stai a casa’. Lui ci spiegò di aver fatto la spesa per più giorni, ci rassicurò". La mamma di Regeni ha poi ha aggiunto che il 27 gennaio arrivò la notizia della scomparsa. "Mio marito mi ha chiamato con una voce mai sentita – ha detto -. A casa mi disse che Giulio era scomparso. Quando sentii la console chiesi perché non ci avessero avvisato prima". La donna ha ricordato che suo figlio già era stato in Egitto. "Andò nel periodo del colpo di Stato di al-Sisi, quando ci tornò nel 2015 ci disse che la situazione era più calma e si sentiva tutelato in quanto ricercatore straniero. Non espresse mai alcun timore. Il 15 gennaio era il suo compleanno e gli mandai gli auguri e lo sentii felice e rilassato" La madre di Giulio ha reso noto di avere incontrato assieme al marito, per caso, l’ambasciatore egiziano in aeroporto. "Non l’ho mai detto prima. Ci siamo seduti accanto a lui, chiedendo se sapeva che c’era un processo in Italia sul caso Regeni, lui disse di sì". (ANSA).