Si attende nei prossimi giorni, entro venerdì, la decisione del Tar della Lombardia in merito al ricorso presentato dalle famiglie contro la decisione del Comune di Como di chiudere, a partire dall’anno scolastico 2025/2026, la scuola materna Luigi Carluccio di via Volta e la primaria Nazario Sauro di via Perti. I due istituti, situati in pieno centro, fanno parte del piano di razionalizzazione delle scuole della città annunciato nei mesi scorsi dall’amministrazione comunale.
Oggi, dunque, nella sede del Tar a Milano, si è discussa la richiesta di sospensiva urgente della delibera di Palazzo Cernezzi, richiesta presentata dalle famiglie degli alunni che frequentano le due scuole. Dopo la discussione in aula, il giudice si è riservato di decidere nei prossimi giorni.
L’amministrazione comunale ha più volte ribadito l’intenzione di non fare passi indietro. “È stata presa una decisione e il Comune non ha nessuna intenzione di cambiare idea. – ha sottolineato venerdì sera in diretta su Etv il vicesindaco di Como, Nicoletta Roperto – È stata fatta una ricerca, uno studio attento e preciso di tutti i plessi scolastici all’interno del Comune e poi sono state prese delle decisioni”.
Ora la parola passa al Tribunale amministrativo regionale, che si pronuncerà nei prossimi giorni. Una decisione attesa dai genitori, che dal prossimo 21 gennaio saranno alle prese con le iscrizioni dei propri figli all’anno scolastico 2025/2026. Sapere dunque se i due istituti di via Volta e via Perti proseguiranno o meno le proprie attività sarà determinante per effettuare una scelta.
Al Tar si erano già rivolti i genitori dei bambini del nido Magnolia di via Passeri, che hanno vinto la battaglia e bloccato la chiusura dell’asilo. La nuova iniziativa legale che riguarda i due istituti di via Volta e via Perti è arrivata a dicembre, a pochi giorni dalla decisione del Tar proprio sul ricorso dei genitori del Magnolia. Il nuovo ricorso è stato portato avanti grazie alla mobilitazione e al sostegno delle famiglie, degli ex alunni e della cittadinanza con una raccolta fondi. “E’ un passo fondamentale – avevano detto i genitori – per tutelare non solo i diritti degli alunni e delle famiglie coinvolte, ma anche il valore educativo e sociale che queste scuole rappresentano per il centro storico e la città di Como”.