Nella mattina di Natale in Duomo il vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni, ha presieduto il solenne pontificale con benedizione papale. La celebrazione è stata trasmessa in diretta su Etv.
Nell’omelia il richiamo alle parole del vangelo di Giovanni “In principio era il Verbo… E il Verbo si fece carne”, parole che hanno invitato alla riflessione sull’uomo, sulla sua “finitezza” e “fragilità”, sulla consapevolezza che vivere “a servizio dell’amore” è allo stesso tempo “dono e missione”. E la conclusione: “Chiamandoci all’amore siamo nello stesso tempo chiamati alla libertà, alla verità e alla gioia, e insieme alla solidarietà, alla condivisione, al dono di noi stessi e questo è sorgente della più grande gioia immaginabile per il compito che Dio ci affida. Occorre quindi che ci convertiamo, passando dall’egoismo, insito nella natura umana, all’amore vero, nelle sue diverse e non facili caratterizzazioni, dal momento che Dio rischiara il nostro cuore, la nostra ragione e la nostra coscienza”.
Di seguito l’omelia integrale del cardinale Cantoni.
“Siamo scossi e insieme ammirati dalla frase annunciata dal vangelo di Giovanni: ‘In principio era il Verbo… E il Verbo si fece carne’ -È questo il cuore gioioso del Natale.
Il Dio che per noi era lontano, in tutto trascendente, il Dio nascosto, per il suo amore appassionato verso di noi, si è mostrato attraverso un volto umano, ha ricevuto un nome, Gesù, il Verbo fatto carne, con tutta la sua vicenda umana, iniziata una notte in una mangiatoia a Betlemme.
Dio ha deciso di venire per sempre nella storia dell’uomo, così a noi è data la possibilità di conoscere il cuore di Dio e questo ci irradia di gioia e di pace incomparabile.
Le vie di Dio sono molto diverse dalle nostre. Mentre l’uomo vorrebbe essere Dio e sostituirsi a Lui, come ha fatto Adamo, Dio, invece, ha un desiderio diverso: sceglie di diventare uomo, vuole essere con noi, come uno di noi, inviando Gesù Cristo, il nuovo Adamo.
La nostra natura umana, dunque, è trasfigurata, diventata cioè un luogo sacro, uno spazio grande e santo, in cui Dio si incontra con noi.
A ciascuno di noi il compito di accogliere con gratitudine Dio fattosi carne, ma nello stesso tempo di rivalutare la nostra umanità e quella degli altri.
Attraverso Il Verbo fatto carne, cioè Gesù Cristo, dono di Dio per tutti, per tutte le generazioni, per ciascuno di noi in particolare, noi scopriamo il senso profondo della nostra umanità, che è quello di essere abitati da Dio, cioè, rivestiti del suo amore, per divenire testimoni della sua compassione, strumenti di misericordia, pieni di vera gioia interiore, frutto di un cuore libero.
E nello stesso tempo, riconoscendo il divino dentro la persona umana di Gesù, siamo invitati a diventare noi stessi più umani, disposti ad accettare non solo la bellezza e la magnificenza, ma anche la nostra finitezza e fragilità.
Volendo vivere nell’amore, a servizio dell’amore, come Gesù, prendiamo consapevolezza che esso è, nello stesso tempo, dono e missione.
Siamo così liberati dalle maglie dell’egocentrismo, per metterci in cammino verso una relazione reciproca pacificante e dialogica, con Dio e con il nostro prossimo.
Chiamandoci all’amore che Dio, fonte di ogni bene, promuove in noi, siamo nello stesso tempo chiamati alla libertà, alla verità e alla gioia, e insieme alla solidarietà, alla condivisione, al dono di noi stessi e questo è sorgente della più grande gioia immaginabile per il compito che Dio ci affida.
Occorre quindi che ci convertiamo, passando dall’egoismo, insito nella natura umana, all’amore vero, nelle sue diverse e non facili caratterizzazioni, dal momento che Dio rischiara il nostro cuore, la nostra ragione e la nostra coscienza.
Il Verbo fatto carne, il cui unico potere è l’amore, agisce in noi e promuove tutte le nostre potenzialità, tutta la nostra bellezza interiore, perché anche noi, come Lui, impariamo nell’arco di tutta la vita a divenire finalmente capaci di farci dono, e non solo a Natale!“