Nel corso dell’omelia della Santa messa di Natale, in diretta su Etv dalla mezzanotte del 24 dicembre, il vescovo di Como – il cardinale Oscar Cantoni – si è soffermato sui più preziosi insegnamenti di Gesù, da seguire in questo Natale.
“Rimaniamo sempre stupefatti e commossi ogni volta che nel vangelo ascoltiamo l’episodio della nascita di Gesù, figlio di Dio, diventato uno di noi, piccolo e povero, come ogni bambino inerme che viene al mondo”. Comincia così l’omelia del vescovo Cantoni, he prosegue: “Egli viene per camminare con noi per condividere non solo la gioia, ma anche le sofferenze in tutte le loro drammaticità. È Dio che prende l’iniziativa di venirci incontro, nonostante l’epoca che viviamo sia davvero inquieta. Eppure, Egli vuole farsi vicino a ogni uomo. Il cuore aperto di Gesù ci precede e ci aspetta senza condizioni, senza pretendere ogni requisito previo per poterci amare e offrirci la sua amicizia. Non è l’uomo che cerca Dio, piuttosto è Lui che ci cerca perché ci ha amati per primo“.
Il cardinale, inoltre, ha sottolineato: “Grazie a Gesù abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi. Lui che era lontano e incomprensibile si è fatto uomo. Il Dio nascosto riceve un volto umano, riceve un nome. Vuole essere uno di noi, si incontra con noi. Gesù accoglie la nostra storia, la prende su di sé, la accetta, la ama e la redime perché si può redimere solo ciò che si ama davvero. Cosi noi impariamo da Gesù a vivere in pienezza la nostra umanità. Dio non ci sollecita a vivere una vita angelica, ma una vita profondamente umana e insieme divina, come la sua. Ci chiama a comportarci come veri uomini, tanto da assomigliare a Lui che ha vissuto in pienezza la sua umanità in una personalità totalmente pacificata con Dio e con gli uomini”.
“Allora questa notte ripropongo come programma di vita tre vie lungo le quali incamminarci di nuovo. Sono tre atteggiamenti di vita che nascono dalla contemplazione del presepio che ogni famiglia cristiana può costruire in casa quale occasione per ritrovarsi insieme uniti e respirare la bellezza e la semplicità della scena evangelica”, ha spiegato il vescovo di Como.
Si tratta di: “Vicinanza, compassione e tenerezza. Dio si fa vicino a ogni uomo perché anche noi impariamo a nostra volta a stare vicini agli altri, a non lasciarli vagare nel vuoto dal momento che la solitudine è la malattia più frequente del nostro tempo. Costruiamo relazioni profonde e sincere che donano fiducia e pace interiore. Dio ha compassione per ogni uomo ferito. Pensiamo alle popolazioni oppresse dalla brutalità della guerra in tante parti del mondo, ma anche a tanti nostri fratelli e sorelle tentati dalla disperazione. Noi possiamo trasmettere loro speranza con la bellezza dei gesti, espressione di generosità e di gratuità. Lo stile di vita di Gesù conferma, infine, che la tenerezza è indispensabile per chi crede che un mondo diverso è possibile, con piccoli gesti compiuti con coraggio e semplicità. L’orgoglio ferito ci impedisce spesso gesti di tenerezza tanto necessari per riprendere di nuovo il cammino”.
Quindi, ha concluso: “Vicinanza, compassione e tenerezza è il programma che col suo Natale Gesù propone a tutti noi. Per una vita che vuole essere un segno del mondo nuovo iniziato nella grotta di Betlemme. Da qui è davvero cambiato il corso della storia”.