Ieri il terremoto nei Cinquestelle di Como a un passo dalle elezioni. Frizioni interne, dissapori e idee molto diverse sulla conduzione della campagna elettorale hanno scavato un fossato politico tra Fabio Aleotti e la Capolista, Paola Minussi. Tanto che quest’ultima avrebbe addirittura ritirato la disponibilità ad entrare in consiglio comunale anche qualora venisse eletta. Un secondo caso, come abbiamo raccontato sempre ieri, è quello del candidato consigliere Fabio Germinario, il quale – ancora per forti dissidi interni – ha chiesto e ottenuto già da giorni di cancellare foto e curriculum dalla pagina ufficiale della squadra del candidato sindaco. Stesso destino è comunque stato deciso per Minussi.
E se la sintesi dei fatti è questa oggi, nostro malgrado, abbiamo dovuto registrare un secondo capitolo. Subito dopo il Tg di ieri sera e la pubblicazione di un articolo su espansionetv.it abbiamo chiesto a Fabio Aleotti una replica, una ricostruzione dei fatti. Insomma il punto di vista del candidato. Risposta affermativa, appuntamento oggi in redazione intorno alle 14. E oggi in redazione Aleotti è arrivato accompagnato da una piccola truppa: otto sostenitori pentastellati. Il candidato peraltro aveva un microfono dalla misteriosa funzione piazzato sulla giacca.
Elezioni, bufera nei Cinque Stelle: la capolista e un altro candidato verso un clamoroso addio
Due richieste precise, dal sapore inequivocabile di condizioni non trattabili da parte del gruppo.
Primo: Fabio Aleotti avrebbe dovuto leggere – senza la mediazione giornalistica – un intervento (apparentemente piuttosto lungo e i cui contenuti non è stato possibile conoscere) vergato a pennarello su alcuni A4.
Secondo (su cui i margini di trattativa erano più ampi): alle spalle di Aleotti, all’interno dell’inquadratura, sarebbero dovuti comparire i presenti.
Ovviamente non abbiamo voluto soddisfare le richieste. In particolare la prima. La lettura passiva di comunicati senza la possibilità di fare domande ricorda epoche buie. Abbiamo provato in tutti modi a fare in modo che Aleotti concedesse un’intervista. Ma pare che la decisione presa dal movimento non fosse superabile. “Il movimento decide, Aleotti è un portavoce”, hanno sottolineato i candidati. Ecco, siccome il Tg viceversa non è portavoce di chicchessia, abbiamo dovuto prendere atto e rinunciare.
In queste ore abbiamo inoltre ricevuto dall’interno dei 5stelle diverse ricostruzioni dei fatti. Pare che al centro dei dissidi vi sia la scelta della capolista, giudicata una forzatura rispetto alla presentazione dei candidati in ordine alfabetico. Inoltre, evidenziano i beneinformati, viene denunciata l’esistenza di “cerchio magico” intorno al candidato che avrebbe ignorato proposte diverse da quelle presentate dai “suoi fedelissimi”. La stessa figura infine di Aleotti viene definita “in conflitto di interessi con la carica di sindaco” poiché funzionario di Confcommercio.
Nel tardo pomeriggio è arrivata la tanto attesa nota che riportiamo integralmente:
“Insieme a tutti i candidati consiglieri e agli attivisti comaschi vorremo esprimere la nostra unità. Non è facile sposare appieno la democratica visione del Movimento 5 Stelle, la maggioranza sceglie i contenuti, in questo caso della campagna elettorale e le linee guida da seguire.
Il capolista è solo una questione grafica, è importante che i cittadini sappiano che anche nei Consiglieri eletti la figura del capogruppo è a rotazione. Coloro che hanno espresso la volontà di non voler più far parte di questo progetto, che ci unisce nella speranza di poter avere un’amministrazione a 5 Stelle anche a Como, hanno fatto un passo indietro, garantendo di non inficiare in alcun modo l’andamento delle elezioni.
Le divergenze hanno riguardato più che altro i modi e le scelte di conduzione della campagna elettorale e un fattivo scarso affiatamento con i colleghi. Non è facile abituarsi alla democrazia partecipativa del Movimento 5 Stelle.
Non esistono capi partito. I portavoce non sono scelti secondo il manuale Cencelli in base alla valigetta di voti o di consenso popolare che dispongono, ed è per questo che siamo la prima forza politica a livello nazionale e che i Cittadini comaschi voteranno per noi.
Meet Up Como Fabio Aleotti candidato Sindaco M5S Como”
Piccola riflessione conclusiva. E’ un peccato, sinceramente, non aver potuto sviluppare un franco e sereno dialogo con il candidato nella forma più tradizionale e trasparente: una semplice intervista.
Se ancora qualcuno avesse avuto dubbi sull’affidabilità del M5S a livello nazionale, regionale e comasco…spero se li sia chiariti.
Ero una della truppa!!!!!!!che brutta espressione…….Mi spiace ma lei continua a distorcere la realta’ e a non dare valore alcuno alle nostre parole…Diciamo che non abbiamo capolista e lei continua a battere sull’argomento…..diciamo che è difficile entrare nell’ottica di una democrazia dove tutti contano e lei parla di dissidi interni….e poi non le sorge il dubbio che magari i ben informati possano essere solo persone che hanno deciso di buttare fango gratuitamente solo perche’ ferite nel proprio ego???…Ormai siamo abituati a essere continuamente massacrati ma la nostra forza è che noi siamo cittadini e siamo espressione di altri cittadini e con loro abbiamo sempre un rapporto diretto non filtrato dai mass media…mi spiace che lei ci attacchi cosi’ gratuitamente e non vede in noi quello che siamo veramente…cittadini che vogliono lavorare per il bene comune con legalita’ e trasparenza…Buon lavoro..Adriana Pedicini
A quanto pare i pentastellati comaschi, perfetta replica locale del M5S nazionale, si ispirano ai Khmer rossi, al cittadino Robespierre e tutte le altre ideologie che aspirano alla soppressione dell’individuo e del libero pensiero, all’apoteosi della incompetenza e ad una amorfa massificazione che solo loro scambiano per democrazia. In teoria, tutto ciò in omaggio alla visione dell’uno vale uno, per cui non esistono leader politici ma ‘portavoce’, nella pratica a vantaggio dell’unico ‘uno’ che conta cioè Grillo e la inquietante Casaleggio SpA. Se questo è il futuro di Como e dell’Italia, ridatemi Andreotti.
Magari fossero una replica del M5S nazionale. A Como sono solo una caricatura.
Caro VeniVidiVici … dato il suo nickname/nome direi che già questo la dice lunga sul suo concetto di democrazia e trasparenza.
Come la dice lunga l’aver carpito immagini senza la necessaria autorizzazione con la telecamera lasciata intenzionalmente accesa ad inquadrare il quarto posteriore del “Direttore” dell’emittente e il tronco dei candidati a supporto del candidato sindaco del Movimento 5 Stelle.
Entrando nel merito dell’articolo, perchè sul suo commento e di altri della stessa bassa levatura non intendo commentare essendo questi stessi pressapochistici e assolutamente populistici, si evince che:
– la millantata “bufera nei Cinque Stelle” a cui il Direttore o chi per lui anelava di crogiolarsi … è un’invezione orchestrata ad arte dagli stessi autori dell’articolo e del servizio “giornalistico”; non esiste alcuna BUFERA/TERREMOTO/TSUNAMI (parole che sono tragedie di fresca memoria, assimilabili a fatti che lasciano ferite aperte mai sopite nell’animo e nel corpo della gente che le ha subite veramente, almeno il rispetto ci vuole nell’usare tali parole) … se due persone che hanno avuto il consenso dagli attivisti ad essere loro PORTAVOCE e sono state votate a seguito di loro presentazione/candidatura hanno scoperto di non riconoscersi più in quello che l’assemblea del MeetUp decideva per mezzo dei gruppi delegati alle singole attività nel rispetto del Codice Etico, del Regolamento e del NON Statuto (che tra l’altro avevano sottoscritto probabilmente pensando che si trattasse di cose superficiali e senza alcun obbligo di attenzione ed osservanza) si sono allontanati volontariamente, non sono stati cacciati o radiati, la scrematura e selezione naturale delle cose porta ad aggregare persone omogenee nel modo di pensare e di agire e chi dissente si autoesclude.
– l’infamante nomea di “truppa” affibbiata dall’autore dell’articolo alla delegazione che accompagnava e sosteneva il candidato sindaco non era altro che questo: una delegazione di volontari che prestano e sottraggono il proprio tempo lavorativo ed affettivo per la costruzione di una società libera da inciuci politici ed economici a cui tutti gli altri PARTITI pare siano oggetto.
– le epoche buie a cui fa riferimento sono sicuramente la mancanza della possibilità di poter veder riportate fedelmente dagli organi di stampa, i media e organi televisivi le esatte dichiarazioni di ognuno, e non mi riferisco solamente al fatto in questione ma a tutti coloro che si sono trovati coinvolti in gogne mediatiche orchestrate per screditare la credibilità delle persone.
Piccola riflessione conclusiva:
chiunque non la pensi come il gli altri del gruppo a cui ha deciso di appartenere,
chiunque veda che il suo coinvolgimento emotivo non è assimilabile a quello del gruppo,
chiunque constati che le sue azioni sono discordi dal resto delle azioni portate avanti di comune accordo dal gruppo,
chiunque faccia delle sue manifestazioni d’idee e di dissenso a quelle regole che ha dichiarato, sottoscritto ed approvato motivo per farsene scherno …
mentre il gruppo rimane compatto e coeso, ha la libertà di abbandonare il gruppo e non per questo significa che abbia ragione lui e torto tutti gli altri.
Distinti saluti,
Cesare Adinolfi – uno della truppa (volontario)