(di Emanuela De Crescenzo) (ANSA) – ROMA, 03 DIC – "La prima cosa che si dovrebbe fare è escludere la disabilità dai tagli delle leggi di bilancio. Sarebbe un atto di attenzione, civiltà e rispetto verso le persone delle quali si parla tanto. Questo dovrebbe capire la politica". A dirlo è il presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi (Uic) Mario Barbuto nella ricorrenza della giornata internazionale delle persone con disabilità. "In questo momento alle varie difficoltà si sta aggiungendo – spiega il presidente – una condizione inquietante che stiamo vivendo sulla nostra pelle con le restrizioni di finanza, soprattutto con l’ultima legge di bilancio. Si dice ‘viene tagliato il 5% ai ministeri e non è niente’. Ma non è niente per chi ha tanto, ma per chi ha poco il 5% è tantissimo. Ed avere tagliato in maniera così indiscriminata cioè aver fatto parti uguali verso situazioni e persone in condizioni disuguali, è un grande elemento di ingiustizia". Tagli che per Barbuto incidono pesantemente "sulla nostra biblioteca braille ad esempio" oppure "sulla nostra organizzazione che si occupa dei materiali didattici. Subendo questi tagli, tutto diventa più precario e più difficile, anche garantire quei mezzi di supporto e quel personale adeguato necessario all’inclusione scolastica di cui tutti parliamo". Barbuto chiede soprattutto: "di spendere bene ed avere attenzione nei confronti delle persone" perché attualmente le risorse, sostiene, "sono troppo frammentate tra Comuni, Regioni e ministeri". Dal punto di vista "culturale – aggiunge – sicuramente sono stati fatti dei passi avanti: piano piano si comincia a comprendere come la disabilità non è né una malattia e né un peso. Ma può divenire una forza per valorizzare le persone che portano questa difficoltà. Valorizzarle vuol dire mettere ciascuna delle persone nelle condizioni di poter dare i talenti che ha, indipendentemente dai limiti, e di poter ricevere ciò che deve essere dato a queste persone per colmare i gap, i deficit. Da un punto di vista pratico, però, la situazione è rimasta molto più indietro" e cita solo per fare un esempio le barriere architettoniche sia fisiche ma anche sensoriali. "Se andiamo a verificare gli obblighi di legge che impongono a tutti i comuni italiani di avere un proprio piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, verifichiamo che nemmeno il 20% di questi Comuni assolve all’obbligo, quanto meno teorico di avere il piano, poi realizzarlo dal punto di vista pratico è una ulteriore complicazione". Per non parlare del collocamento dei disabili nel mondo del lavoro: "Sono molto pochi" dice e ricorda anche le donne disabili vittime di violenza "spesso sono abusate dagli operatori che dovrebbero occuparsi di loro o curarle. Serve di sicuro – conclude Barbuto – non tagliare i fondi". (ANSA).