(ANSA) – ROMA, 03 DIC – Un istituto di Potenza non ha accolto la domanda d’iscrizione al secondo anno di Donato, un ragazzo con sindrome di Down. Il dirigente scolastico ha motivato la decisione spiegando che "l’alunno era stato affiancato da docente di sostegno con rapporto 1/1 per 18 ore settimanali, e in mancanza della nomina dell’insegnante di sostegno, ci è impossibile accogliere la domanda di iscrizione per l’anno scolastico in corso nel secondo periodo didattico del percorso di istruzione per adulti attivato presso il nostro istituto". La denuncia viene dall’Associazione Italiana Persone Down (Aipd). Si tratta di "un caso di discriminazione diretta – denuncia Gianfranco Salbini, presidente nazionale di Aipd, che ha preso in carico la vicenda e sta sostenendo la famiglia – La disabilità non è una condizione straordinaria, ma parte integrante della realtà umana. Una diversità che arricchisce e caratterizza ogni persona. La scuola, luogo deputato alla crescita culturale e civica, deve essere il laboratorio in cui si imparano il rispetto, la comprensione e la valorizzazione delle diverse condizioni di vita. Solo così si potrà costruire una società veramente partecipativa, in grado di accogliere tutti, senza discriminazioni". Secondo Aipd non si tratta di un caso isolato: "In alcune, seppur rare, situazioni, i dirigenti scolastici scelgono di affrontare la disabilità con un approccio distante e diffidente, considerandola un problema piuttosto che una risorsa. Questo atteggiamento non solo tradisce la missione educativa della scuola, ma si pone in netto contrasto con la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia, che garantisce il diritto all’istruzione senza discriminazioni". Aipd quindi, in occasione della Giornata Internazionale per le persone con disabilità, rilancia il proprio appello: "A fronte di tali episodi, è fondamentale che le istituzioni preposte, dai dirigenti regionali ai sindacati, intervengano per promuovere una gestione scolastica che rispetti e valorizzi le diversità. Ogni forma di resistenza a questo principio rischia di vanificare gli sforzi di chi ogni giorno lavora per un’educazione inclusiva. La Giornata di oggi deve quindi rappresentare non solo un momento di celebrazione, ma anche un’occasione per ribadire il nostro impegno: costruire una scuola e una società in cui nessuno sia lasciato indietro". (ANSA).