Sempre più giovani vittime. La cronaca documenta costantemente i casi più gravi che sfociano in femminicidi, ma maltrattamenti e violenze sono purtroppo una costante in molte relazioni e nella maggior parte dei casi i carnefici sono partner o ex. Anche nel Comasco aumentano le richieste di aiuto. Emerge dai dati dell’Associazione Telefono Donna, il centro antiviolenza di Como, avvicinandosi alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre.
Arianna Liberatore, presidente Telefono Donna Como spiega: “Le richieste non calano, e a chiedere aiuto sono sempre più giovanissime”.
Per tirare le somme, 306 donne si sono interfacciate con l’associazione da inizio 2024 e fino a metà novembre, 241 nuovi accessi a cui si aggiungono 65 contatti che si sono “riattivati” dopo una prima richiesta d’ aiuto. Erano 267 lo scorso anno (226+41). Storie diverse accomunate dalla paura e dalla violenza, ma anche dal coraggio di denunciare.
L’associazione di volontariato offre una mano tesa, una valutazione della situazione che tecnicamente si definisce “valutazione del rischio” e, a chi lo desidera, offre assistenza psicologica e legale.
L’appello, con l’approssimarsi del 25 novembre, è rivolto a tutti, non solo a chi subisce la violenza ma anche a chi in qualche modo la intercetta o ne è testimone. “Non bisogna voltarsi dall’altra parte o pensare che non succede a noi o nelle nostre famiglie. Ognuno di noi può fare la sua parte” ha aggiunto Liberatore.
Per tutto il weekend e fino a lunedì compreso il Centro Anti Violenza Telefono donna Como, in collaborazione con il comando provinciale della guardia di finanza, proietterà messaggi di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere sulla facciata di Palazzo Terragni.