La Lombardia non è più la locomotiva del Paese: a dirlo è Bankitalia, il cui ultimo aggiornamento indicherebbe un forte rallentamento della sua economia. Il Pil della Regione è in crescita, ma in maniera non significativa. A pesare è l’industria, che segna una produzione in calo dell’1,2%. Non andrebbe meglio sul fronte export, ancora in calo, e lo stesso vale per il fatturato, che è diminuito per tutti i primi nove mesi dell’anno. A brillare in Lombardia, secondo l’aggiornamento di Bakitalia, sarebbe solo il settore dei servizi, che – grazie al turismo – registra una crescita sostenuta.
Ma a difendere la Regione ci pensa il governatore Attilio Fontana, che replica: “È un’affermazione inopportuna, che la Banca d’Italia dovrà giustificare. Ci sono stati dei rallentamenti, cosa che anche io ho evidenziato. E ciò accade perché continuiamo a costringere i nostri imprenditori, le nostre forze produttive, a correre con le mani legate dietro alla schiena da questa burocrazia che li soffoca. Da un sistema statale centralista, che ci impedisce di correre veloci come vorremmo”. Ciò nonostante, ha sottolineato il governatore, “la Lombardia continua a essere un punto di riferimento a livello nazionale ed europeo. È, e sarà sempre, la locomotiva di questo Paese”.
Però, ha concluso, “non mi vengano più a dire che l’autonomia non si deve fare. Perché è chiaro che se saremo sempre vincolati da queste leggi, ai lacci e lacciuoli di questa burocrazia insopportabile, non riusciremo certamente a volare alto come potremmo fare. L’autonomia renderebbe più competitiva la Lombardia. Ma renderebbe più competitivo l’intero Paese”.
Il commento dei comaschi in Regione
A commentare la notizia è anche l’assessore Alessandro Fermi: “Sono stupito dalle dichiarazioni di Bankitalia, che lasciano tutti perplessi. Condivido le parole di Fontana. Numeri alla mano, la Lombardia mantiene il suo primato. È un orgoglio dei lombardi e non riconoscere la forza della Regione è totalmente ingiusto, alla luce del contributo economico che continua a dare allo stato centrale”.
Si allinea alle parole di Fontana il consigliere regionale Anna Dotti. “Dire che la Lombardia non è più la locomotiva d’Italia è azzardato e i numeri del turismo – soprattutto nella nostra provincia – confermano un trend positivo. Piuttosto, è meglio precisare che si tratta di una situazione di stallo generale. La Lombardia è ancora la regione più all’avanguardia e con le imprese più attive”, ha commentato.
Sulla stessa linea anche il consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi, che precisa: “I numeri hanno sempre bisogno di un parametro di intermediazione. È strano che rispetto alle altre regioni sia proprio la Lombardia a rallentare. Il dinamismo che continua a caratterizzare la Lombardia resta un punto di forza della Regione. È opportuno – ha sottolineato – tenere in considerazione un altro indice che non è strettamente economico e riguarda la migliore qualità della vita che la Regione offre”. Anche il consigliere leghista Gigliola Spelzini condivide la presa di posizione di Fontana e si chiede, allora, quale sarebbe la Regione che traina l’intero Paese.
In controtendenza il parere del consigliere regionale dem Angelo Orsenigo. “La Lombardia non è più la locomotiva di Italia, non è un dato che sorprende”, ha commentato. “La nostra crescita – ha ricordato Orsenigo – è calata fino a essere in linea con quella nazionale, una cosa che non era mai accaduta prima. Questo – per il consigliere del Pd – è il risultato di fattori esterni, ma pure di mancate scelte politiche della giunta Fontana. Davvero si pensa che il Piano Lombardia, ovvero un insieme di piccoli interventi, quasi nessuno dei quali di una minima valenza strategica, possa essere stato motore di sviluppo? La Lombardia ha bisogno di una politica industriale seria, supportata da una visione che possa accompagnare lo sviluppo anche nella necessaria transizione ecologica”.
Poi prosegue la critica alla giunta di Fontana: “C’è bisogno di una giunta regionale che pianifichi in modo ordinato le infrastrutture necessarie allo sviluppo e alla competitività del nostro territorio. C’è bisogno di una giunta che incentivi gli investimenti delle nostre piccole e medie imprese attraverso una Finlombarda più proattiva e meno passiva”. Quindi, ha concluso: “I dati di Bankitalia sono allarmanti, perché bassa crescita comporta un insieme di problemi economici e sociali che rischiano di esplodere”.