I fondi del Pnrr alla Fondazione Minoprio per aule, laboratori e attrezzature sempre più all’avanguardia.
Una tenuta di oltre 50 ettari, tra parco botanico, serre di collezione e ricerca, orti, frutteto e vivaio: la Fondazione Minoprio è un fiore all’occhiello del territorio comasco e non solo, scelta ogni anno da chi desidera formarsi e specializzarsi nel settore. Si tratta di un ente non a scopo di lucro che opera nel settore agricolo e agroalimentare, a livello nazionale e internazionale, svolgendo diverse attività di formazione, ricerca applicata e divulgazione. La Fondazione ha sede nella settecentesca villa Raimondi, usufruendo del parco e della tenuta di Vertemate con Minoprio, di proprietà della regione Lombardia e concessi in comodato d’uso. Ai giovani studenti vengono messi a disposizione corsi di specializzazione e una formazione continua e permanente. Spazio anche ad allievi con disabilità, che presso la Fondazione Minoprio possono seguire percorsi di formazione, lavoro e potenziamento.
A ribadire il lavoro prezioso svolto dalla fondazione è anche il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, in visita tra le aule della scuola, i laboratori di ricerca e i vivai. “Si tratta di un’autentica eccellenza. Qui, per esempio, c’è l’unico laboratorio riconosciuto dalla Regione Lombardia per affrontare il problema dei fitopatogeni. C’è anche una scuola molto attrezzata, con oltre 700 studenti, e l’87% trova automaticamente lavoro al termine degli studi. Un dato, quest’ultimo, che attesta l’ottimo grado di preparazione con cui escono”.
Il Pnrr si rivela, ancora una volta, uno strumento prezioso. Per il sottosegretario Butti, la Fondazione ha ricevuto “importanti risorse che sono state impiegate nel modo migliore. Uno sviluppo successivo potrebbe riguardare l’innovazione tecnologica. Già da quest’anno, infatti, fanno uso di applicazioni di intelligenza artificiale per la coltivazione e l’irrigazione, gestendo la risorsa idrica e centellinandola come è opportuno fare. Il Pnrr, ancora una volta, si è rivelato importante e la Fondazione Minoprio l’ha usato nel modo migliore”.