(ANSA) – ROMA, 27 OTT – Si chiama Beyond il gioiello della Equalize, l’azienda d’investigazione al centro dell’inchiesta della procura di Milano sui dossieraggi illegali. Si tratta di una piattaforma che aggrega i contenuti i diversa origine, lecita e non. E che uno degli indagati voleva anche proporre di vendere alla Lega. Gli inquirenti scrivono che Beyond "ha la capacità di sfruttare, integrare ed assemblare le informazioni commercializzate da società terze quali Infocamere, Cerved. ecc., nonchè quelle disponibili su banche dati ed aggregatori pubblicamente raggiungibili, quali ad esempio le relazioni semestrali della Dia o talune testate giornalistiche". Ma, al di là di questa apparente regolarità, la piattaforma è integrata da informazioni "altamente riservate e sensibili, estrapolate da banche dati strategiche nazionali", attraverso l’accesso abusivo allo Sdi, la banca dati interforze del ministero dell’Interno, che consente di consultare non solo i dati inseriti dalle forze di polizia ma anche altri come Inps, Punto Fisco, Serpico, ecc. E qui scatta l’operazione di ‘lavanderia’ di Equalize, che ripulisce le informazioni acquisite illegalmente dalla formattazione e dai metadati di provenienza e le inserisce in report camuffati per non venire scoperti. Beyond, dunque, svolge "una funzione di copertura per occultare, anche alla clientela, la natura (sensibile e riservata) e la provenienza illecita di una parte della informazioni inserite nei report", si legge nell’ordinanza del gip milanese. Un tale serbatoio di informazioni coperte può far gola a molti. In un colloquio intercettato, Andrea De Donno, indagato nell’inchiesta milanese e presunto "collaboratore esterno" della Equalize, avrebbe voluto "proporre" la piattaforma "al partito della Lega". Di Donno dice a Carmine Gallo, l’ex poliziotto arrestato: "ascolta una cosa… io come cliente ho la Lega… l’hai già proposto?". Gallo, però, spiega, scrive la procura, "che non è possibile proporla (ossia la piattaforma, ndr) a quel partito in quanto Pazzali", titolare della Equalize, presidente della Fondazione Fiera Milano e indagato, "è legato a Fontana", il presidente della Lombardia, "e se la cosa diventa pubblica potrebbe generare una serie di problemi reputazionali legati ad un possibile conflitto d’interessi". De Donno allora "ipotizza una possibile soluzione, ossia quella di fare da tramite con la propria società per evitare la riconducibilità dell’operazione a Equalize". E Gallo: "non lo puoi fare!". De Donno: "peccato perchè io alla Lega è un bel pò di tempo che gli ho proposto ‘sta roba!". (ANSA).