(ANSA) – COMO, 23 OTT – Il ragazzo di 17 anni fermato per l’omicidio di Candido Montini, ucciso il 24 settembre a Catasco (Como), il giorno prima aveva litigato con la vittima, perché si era rifiutato di cambiargli 300 euro, palesemente falsi. Montini, 76 anni, titolare di un piccolo negozio di alimentari, si era accorto che il denaro non era buono e l’aveva riferito ad alcuni conoscenti, dicendo di stare attenti a quel ragazzo. Il particolare emerso in queste ore, ma noto da subito agli inquirenti, potrebbe essere importante per ricostruire la dinamica di quanto accaduto il 24 settembre nel piccolo borgo sui monti del lago di Como. Il ragazzo è in stato di fermo perché sue tracce biologiche sono state trovate sull’arma del delitto, un coltello da cucina di acciaio, non di proprietà della vittima, abbandonato a poche decine di metri dal luogo del delitto. Il giovane per ora ha sempre negato ogni responsabilità: l’alibi riferito dai familiari della sua assenza quel pomeriggio per le lezioni di scuola guida per la moto, in realtà non sarebbe ritenuto sufficiente, perché lascia comunque aperto un ampio varco temporale in cui il delitto avrebbe potuto essere commesso. Domani il giovane sarà sentito dal gup per l’interrogatorio di convalida del fermo; oggi il pm della procura dei minori di Milano avrebbe voluto sentirlo di nuovo, ma il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere. (ANSA).