È previsto nelle prossime ore (massimo entro venerdì) al carcere minorile Beccaria l’interrogatorio del 17enne fermato nella tarda serata di lunedì dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario aggravato per il delitto di Candido Montini, 76enne titolare di una bottega alimentare ucciso nella sua abitazione di Catasco di Garzeno lo scorso 24 settembre. Il giovane, già interrogato a lungo lunedì nella caserma dei carabinieri di Como, è assistito dall’avvocato del foro di Monza Valentina Sgroi.
La svolta nelle indagini è arrivata a quasi un mese dal delitto che ha sconvolto l’intera frazione di Catasco. Al 17enne, i carabinieri sarebbero arrivati attraverso un’impronta digitale trovata sull’arma del delitto e dalle analisi del Dna. La scorsa settimana gli investigatori hanno effettuato prelievi a tappeto tra i residenti di Catasco, compresi il ragazzo e i suoi genitori, per cercare un possibile profilo utile a dare una svolta alle indagini.
Gli accertamenti scientifici dei carabinieri del Ris avrebbero portato all’abbinamento tra le tracce repertate nell’abitazione di Candido Montini e il minorenne. In caserma a Como, il giovane avrebbe negato un coinvolgimento nell’omicidio e sarebbe poi rimasto in silenzio. Sentiti anche i genitori del 17enne, che hanno ripetuto di essere certi dell’innocenza del figlio. Questo non è bastato a far cadere i sospetti degli inquirenti.
Poco dopo le 22, il ragazzo è stato formalmente fermato. Due ore dopo il trasferimento al Beccaria. Il movente, secondo l’ipotesi al vaglio degli investigatori, sarebbe economico. E’ possibile che il ragazzo sia entrato in casa di Candido Montini per rubare e che sia stato poi sorpreso dal 76enne. Questo potrebbe aver scatenato la reazione violenta. Al momento, però, non ci sono certezze. Il 17enne nell’interrogatorio di convalida potrebbe raccontare la sua versione dei fatti o avvalersi della facoltà di non rispondere e restare in silenzio davanti al giudice.
L’AGGIORNAMENTO