La Corte d’Appello di Milano conferma la presenza della ‘ndrangheta nel territorio comasco, anche nel tessuto economico. La quinta sezione penale ha sostanzialmente confermato la sentenza di primo grado pronunciata in tribunale a Como il 27 aprile 2023, al termine del processo nato dall’operazione “Cavalli di razza”. Condanne complessive per quasi un secolo per nove persone, una in più rispetto al primo grado. Uno degli imputati che era stato assolto, nel nuovo grado di giudizio è stato infatti condannato.
L’operazione contro la ‘ndrangheta nel Comasco è nata da un’indagine coordinata dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Milano Pasquale Addesso e Sara Ombra. Nel processo con rito abbreviato, sono già state condannate, in primo e secondo grado 30 persone, con pene complessive per un totale di oltre 200 anni di reclusione. La condanna più pesante, oltre 11 anni al boss della ‘ndrangheta in Lombardia.
Undici tra le persone coinvolte nel maxi blitz hanno scelto il processo con rito ordinario. Nell’aprile dello scorso anno la sentenza della Corte d’Assise di Como, presieduta da Valeria Costi, con 8 condanne e tre assoluzioni e pene totali per quasi un secolo.
Sentenza confermata quasi completamente dalla quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, presieduta da Francesca Vitale. Una pena è stata aumentata di 4 mesi, passata a 16 anni e 4 mesi. Confermate invece le condanne più pesanti.
Confermato ancora una volta l’impianto accusatorio della Dda di Milano e in particolare la visione che emerge della ‘ndrangheta, descritta come parte attiva nel tessuto economico del territorio comasco e lombardo.