(ANSA) – PADOVA, 21 OTT – Due titolari di una ditta di autotrasporto di Vigonza (Padova) sono stati posti agli arresti domiciliari perché accusati di aver appiccato due incendi ad automobili e abitazioni di alcuni residenti nella cittadina padovana, che avevano protestato contro alcune irregolarità della loro impresa. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite sabato scorso, e sono state rese note oggi dal Procuratore capo di Padova, Angelantonio Raccanelli. Le ipotesi di reato sono di atti persecutori e incendio. Le indagini sono scattate dopo due incendi di vaste proporzioni, da subito apparsi di natura dolosa, divampati nel cuore della notte a maggio e a settembre a Vigonza, che hanno distrutto le auto e danneggiato le abitazioni di alcuni cittadini e di un funzionario comunale. Dopo il primo fatto, la Procura ha avviato le indagini svolte dai Carabinieri di Pionca di Vigonza, con il Nucleo Operativo e Radiomobile e il Nucleo Investigativo di Padova. E’ stato così accertato che alla base dei due episodi c’erano una serie di controversie giudiziarie civili e amministrative contro l’impresa, che svolgeva la propria attività su un terreno che i residenti e l’amministrazione comunale ritenevano in violazione della disciplina urbanistica. Su questa disputa si erano più volte pronunciati il Tar, il Consiglio di Stato e il Tribunale di Padova, che avevano sostanzialmente imposto la cessazione delle attività e il ripristino dei luoghi. Dall’inizio del 2024 i membri del nucleo familiare cui faceva capo l’azienda hanno cominciato a compiere numerosi atti ostili e intimidatori nei confronti di alcuni amministratori e funzionari comunali e di alcuni abitanti della zona. Le querele delle vittime secondo la Procura hanno offerto un plausibile movente delle azioni illecite. Dopo il primo incendio del primo maggio scorso, ai danni di un tecnico del Comune, sono stati così acquisiti elemento a sostegno dell’ipotesi, dalle corrispondenze tra vicende processuali, atti persecutori e incendi, e dai tabulati telefonici. La misura cautelare è stata decisa per l’elevato pericolo di reiterazione dei reati. Nei prossimi giorni ci sarà l’interrogatorio di garanzia degli indagati davanti al Gip. (ANSA).