Garzeno una comunità in attesa di risposte, a quasi due settimane dal delitto di Candido Montini, c’è un clima in cui le tensioni si alimentano. In particolare nella piccola frazione di Catasco, 110 anime in tutto, dove i cittadini, costantemente sotto ai riflettori, sono stanchi di essere considerati reticenti. “I residenti seguono le indiscrezioni che emergono dalla stampa e sono stanchi di passare per quelli che non sono – dice il sindaco Eros Robba – tutti continuano a ripetere che in una realtà così piccola è impossibile che nessuno abbia visto o sentito qualcosa e per questo gli stessi cittadini tornano a ribadire di essere pronti a una campagna a tappeto per la raccolta di testimonianze o reperti e togliersi di dosso l’ombra del sospetto”.
Si era parlato anche dei primi interrogatori in paese, in queste ore, tra chi conosceva il 76enne ucciso a coltellate, ma ad oggi non risultano convocazioni. “Non siamo stati contattati – conferma il sindaco – quel che si sa è che anche in Comune sono stati acquisiti dei documenti relativi alle pratiche edilizie che hanno riguardato la recente ristrutturazione della casa di Montini”.
Al netto di questo passaggio, l’amministrazione a nome della cittadinanza, chiede un canale diretto di aggiornamento.
“Era già difficile mantenere un po’ di tranquillità nell’immediato, poi sono passati i giorni e si pensava che fosse l’iter fisiologico delle indagini – aggiunge il primo cittadino – Inizialmente non sembrava il delitto perfetto ma ora a Garzeno e soprattutto a Catasco, che è una realtà a sé stante, abbiamo bisogno di avere un minimo di inquadramento è difficile mantenere il dovuto distacco quando si parla di quel che è accaduto in tutta Italia. In questo clima si alimentano le tensioni e non si capisce più dove si debba guardare se all’interno o all’esterno. In questo momento – conclude Robba – sembra ancora tutto percorribile e il quadro si infittisce”.
L’omicidio risale al 24 settembre scorso. L’anziano era stato trovato senza vita nella sua abitazione colpito da numerosi fendenti al petto e al collo. Fatale si sarebbe rivelato un taglio alla gola. Vedovo, padre di due figli, nonno, ex consigliere comunale e vicesindaco, Montini lavorava ancora la sua bottega di alimentari, punto di riferimento per i suoi concittadini.