(ANSA) – CATANZARO, 07 OTT – La pandemia è stata un’opportunità per la criminalità calabrese, che ha approfittato del virus per rafforzare e ampliare i suoi affari illegali. É quanto si afferma nel report realizzato da Libera sulla situazione della criminalità nella regione, dal titolo "La Calabria, le Calabrie, storie di illegalità, percorsi di impegno". In particolare, nella regione, nel corso del biennio 2022-2023, il dato complessivo dei reati ha raggiunto livelli superiori al periodo prepandemico. In particolare, è stata raggiunta la cifra di 16.322 reati spia, con un aumento del 18% rispetto al biennio prepandemico 2018/2019. Sono diminuite del 25%, invece, le interdittive antimafia, mentre sono aumentate del 46% le segnalazioni sospette. "Una variante ‘criminalità’ – si afferma nel Report – che non è solo mafiosa, con operatori economici che vanno a cercare i servizi della mafia per stare sul mercato e faccendieri e corrotti che fanno da ponte con le organizzazioni criminali. Una mutazione criminale, che in Calabria, non solo ha resistito al periodo pandemico, ma che ha raggiunto livelli di pericolosità superiori al periodo pre-pandemico ed ha tutte le caratteristiche per diventare il nuovo modello delle mafie in affari, sempre più inserito nell’economia ferita dal virus. Il dato complessivo dei reati spia (usura, estorsione, riciclaggio denaro, reati informatici, truffe e frodi informatiche) ha raggiunto, nel biennio 2022-2023, la cifra di 16.322, con un incremento del 18% rispetto al numero di reati spia del biennio pre-pandemico 2018/2019, quando erano 13.836. A livello provinciale, nel corso del 2023, la provincia in cui c’é stato il maggior numero di reati spia è Cosenza, con 2.636, seguita da Reggio con 2.588 e Catanzaro con 1.664. In termini di incremento percentuale rispetto al 2022, la provincia di Vibo Valentia, con +8%, ha registrato l’aumento maggiore. Sono diminuite, invece, le interdittive antimafia, passate dalle 720 del biennio 2018/2019 alle 538 del biennio 2022/2023. "La forza della ‘ndrangheta – si afferma ancora nel Report – risiede nella capacità di coniugare il vecchio e il nuovo con una potenza criminale ed economica capace di affrontare le sfide e i cambiamenti imposti dalla modernità globale rimanendo uguale a se stessa. Un’organizzazione criminale che nel contempo ha mantenuto forti radici nel territorio d’origine che, rimane ‘cuore pulsante’ o ‘roccaforte’ del suo potere. L’organizzazione manifesta un’alta capacità rigenerativa, producendo periodicamente una nuova generazione criminale in grado sicuramente di raccogliere il testimone per una più evoluta concezione dell’imprenditoria mafiosa. La capacità di adattamento delle cosche ai luoghi e ai tempi rende la ‘ndrangheta competitiva nei mercati esterni ai confini regionali, dove vanta autorevolezza e affidabilità, riuscendo peraltro ad espandersi in quelli legali grazie ad una fitta rete collusiva. Si ritiene che elementi vicini alle famiglie ‘ndranghetiste, se non direttamente legati ad esse, possano essere in grado di inserirsi, con capitali occulti, in società finanziarie attive sul mercato nazionale ed internazionale per pianificare progetti che richiedono l’impiego di fondi consistenti. Tutto ciò è collegato al fatto che, nel nord ed anche nel centro Italia la ‘ndrangheta cerca di insinuarsi sempre più nel mondo dell’economia e della finanza. Solo nel Nord Italia si contano ben 43 locali di ‘ndrangheta". Il Report di Libera sarà presentato domani, 8 ottobre, a Crotone, il 10 a Reggio Calabria ed il 14 ottobre a Catanzaro. (ANSA).