(ANSA) – LONDRA, 07 OTT – E’ già tempo di fibrillazioni e contrasti interni nel governo laburista britannico di Keir Starmer, ancor prima del compimento dei primi 100 giorni al potere. E’ questa l’interpretazione pressoché unanime dei media del Regno Unito all’indomani della dimissioni da capo dello staff del premier di Sue Gray, sinora potentissima ‘zarina’ dell’apparato di Downing Street, sullo sfondo delle polemiche sullo "scandalo dei regali" incassati dal capo del governo, dalla first lady e da figure di primo piano compagine, nonché dei sospetti di nepotismo e avidità sulla stessa Gray, garante fra l’altro dell’accesso a Number 10 offerto al più generoso donatore di sir Keir, l’uomo d’affari lord Waheed Alli. Ufficialmente Gray, sbattuta sulle prime pagine per le rivelazioni sul compenso d’oro – preteso a un livello più alto dell’appannaggio del primo ministro in persona, come fatto filtrare dall’interno del medesimo staff starmeriano in un clima di scontri interni con altri consiglieri ed alti funzionari – si è dimessa volontariamente per non rappresentare "una distrazione". Ed è stata riciclata come emissaria del governo centrale per i rapporti con le nazioni e le regioni del Regno. Ma, sottolinea Chris Mason, political editor della Bbc, il suo è in realtà un clamoroso "demansionamento" dal centro della macchina del potere a un incarico "part time fino ad oggi inesistente". Legato alle indiscrezioni che non hanno risparmiato la sua stessa famiglia (a partire dall’ascesa dal nulla di suo figlio a un seggio di deputato laburista) e persino il ruolo da lei giocato 2-3 anni fa – in veste di funzionaria dello Stato sulla carta neutrale ricoperto prima di passare armi e bagagli nell’entourage di Starmer – nelle indagini amministrative sul cosiddetto Partygate che contribuì alla caduta dell’allora premier conservatore Boris Johnson. (ANSA).