(dell’inviato Domenico Palesse) (ANSA) – DARWIN, 05 OTT – Per tre mesi hanno condiviso ogni secondo della loro vita, si sono dati forza nei momenti più difficili e hanno gioito insieme in quelli più belli. Per i 115 allievi della Marina Militare a bordo dell’Amerigo Vespucci oggi, però, è il giorno di sbarcare e tornare in accademia, in Italia, dopo 90 giorni trascorsi sulla nave scuola in giro per il mondo, da Buenos Aires a Darwin, in Australia. Con loro porteranno le albe e i tramonti sul mare, ma anche la stanchezza e il sonno sacrificato per imparare a vivere e lavorare sul veliero simbolo dell’Italia, dove ogni singola manovra ha bisogno di braccia, gambe e cervello di tutto l’equipaggio, allievi compresi. "Una delle prime notti a bordo durante il mio primo anno sul Vespucci – ricorda Anita Bono, giovanissima ufficiale – ci hanno chiamato per aprire le vele e mi hanno fatto salire sul punto più alto dell’alberata. Ho alzato lo sguardo e ho visto la via Lattea come non mi era mai capitato prima, mi sembrava quasi di nuotarci dentro, di toccarla con un dito". I cadetti svestono la divisa e si preparano a salire sull’autobus che li porterà in aeroporto. Con loro c’è anche la bandiera che, come da tradizione, hanno cucito e dipinto a mano nei primi giorni del corso. "Durante la navigazione verso Tokyo – ricorda Costanza Mezzani, allieva 19enne di La Spezia – siamo stati rinchiusi per tre giorni e poi quando siamo usciti e abbiamo gridato all’oceano il nostro nome, Okeanos, è stata un’emozione incredibile, un momento che non dimenticherò mai". "In questi tre mesi si è chiuso un cerchio cominciato quando abbiamo fatto il nostro ingresso in accademia – spiega Luca Rubino, cadetto 22enne di Brindisi -. Oltre ai tanti momenti belli abbiamo anche avvertito la stanchezza, mitigata però dal confronto con i colleghi, attraverso un loro sguardo, un loro gesto, un loro sorriso". Sulla banchina di Darwin, nella punta più estrema del nord dell’Australia, ci si prepara alla cerimonia di apertura del Villaggio Italia. "Qui lasciamo un pezzo di cuore", è quello che ripetono i cadetti. "E’ stata un’esperienza di crescita non solo professionale ma anche personale – spiega Vincenzo Tortora, 19enne salernitano -, abbiamo imparato a relazionarci tra noi e con tutto l’equipaggio". Lo ‘smarcometro’, come i cadetti chiamano la bacheca sulla quale segnano i giorni passati dall’imbarco – è completo. L’ultimo saluto al Vespucci che per qualcuno potrebbe essere anche un ‘arrivederci’, come è stato per l’attuale comandante, il capitano di vascello Giuseppe Lai. (ANSA).