I sindacati confederali di Como – Cgil, Cisl e Uil – contro le otto chiusure di altrettante scuole a Como. Due già annunciate, sei comunicate di recente dall’amministrazione comunale, in un’ottica di razionalizzazione delle spese, alla luce del calo demografico e delle condizioni fatiscenti degli immobili.
I sindacati lamentano innanzitutto di non essere stati informati delle decisioni dal Comune, ma solo dalla stampa. Di fronte al calo demografico, dicono sempre i sindacati, “una risposta locale così drastica come quella comasca è del tutto inadeguata. Il calo delle nascite – aggiungono – deve essere contrastato da politiche nazionali, regionali e locali di sostegno vero alle famiglie”. E ancora: “Non ci aspettiamo che i servizi ai cittadini siano economicamente vantaggiosi per i comuni: i servizi di qualità costano e i cittadini pagano le tasse per avere servizi dignitosi e diffusi . Ci aspettiamo che nella logica di redistribuzione di risorse si mantengano standard di qualità anche diseconomici perché quello sulle scuole è un investimento sul futuro“. Per quanto riguarda le condizioni fatiscenti degli edifici, secondo Cgil, Cisl e Uil “il comune di Como ha un bilancio in grado di sostenere lo stanziamento graduale di risorse necessarie a mettere in sicurezza tutte le alunne e tutti gli alunni“. Quindi, i sindacati mettono sul piatto il tema dei posti di lavoro. “Il Comune decide unilateralmente degli edifici di propria competenza, ma di solito procede dopo i dimensionamenti del Ministero. Quest’operazione così anticipata determina tagli di posti di lavoro ed influenza la didattica”.
Prima di chiedere un incontro urgente con il sindaco, Cgil Cisl e Uil concludono dicendo che “bambini e famiglie pagheranno le scelte di chiusura delle scuole per molti anni perché le chiusure non sono un fatto reversibile”.