A dieci giorni dall’omicidio di Candido Montini a Catasco di Garzeno, nel Comasco, si è arrivati non a una svolta, ma a un primo parziale risultato che potrebbe portare gli investigatori a ricostruire quanto accaduto. Nelle scorse ore è stato infatti trovato dai carabinieri il coltello che sarebbe stato utilizzato per il delitto. Secondo quanto ricostruito finora dalle indagini, il 76enne ex vicesindaco del paese, titolare di una piccola bottega di alimentari, sarebbe stato ucciso nella sua abitazione lo scorso 24 settembre, presumibilmente all’ora di pranzo, con diverse coltellate – quella letale alla gola. Secondo le prime informazioni, l’arma del delitto sarebbe stata trovata a terra, lungo una strada del paese, non lontano dal negozio gestito dalla vittima. Si tratterebbe di un coltello da cucina a lama corta, inviato ai laboratori scientifici dei Ris per tutte le analisi del caso. A dieci giorni dal delitto, ancora non vi è alcun sospettato e neppure un’ipotesi certa sul possibile movente. Oggi, alla luce del ritrovamento del coltello, la speranza degli investigatori è di trovare sull’arma qualche traccia dell’assassino, che l’avrebbe abbandonata durante la fuga. Per le strade del paese era stato ritrovato anche il portafoglio di Montini, senza denaro all’interno.
Secondo quanto accertato, l’arma ritrovata non sarebbe di proprietà della vittima. Circostanza che porta a pensare che l’omicida si sia presentato a casa dell’ex vicesindaco già armato, non escludendo dunque a priori una premeditazione dell’aggressione. Intanto, l’autorità giudiziaria non ha ancora concesso il nulla osta ai funerali di Montini: il ritrovamento del coltello, infatti, permetterà di accertare se le ferite siano compatibili con quel tipo di arma. L’ipotesi su cui si sta lavorando sarebbe quella di una rapina finita male.
L’uomo, come riferisce chi lo conosceva, era apprezzato e ben voluto da tutti e al momento non sarebbero emersi litigi, rancori o episodi che potrebbero aiutare a far luce su un possibile movente del delitto. A Como, per collaborare all’indagine, sono arrivati i carabinieri del reparto crimini violenti del Ros di Roma, il raggruppamento operativo speciale. Lavoreranno accanto ai militari dell’Arma del nucleo investigativo di Como e dei colleghi di Menaggio, che dai primi istanti si stanno occupando dell’inchiesta.