Frankl Miroslav, aveva 52 anni quando fu ucciso nel marzo del 1944 in una cascina nei boschi del canturino. La moglie Klara, che era con lui, si salvò miracolosamente.
Ebreo, nato in Croazia il 16 luglio 1891, non è sopravvissuto alla Shoah le sue spoglie riposeranno per sempre nel Famedio del cimitero di Cantù. Oggi la tumulazione, nel giorno esatto in cui la Città del Mobile celebra la liberazione dal nazifascismo.
Frankl e Klara vivevano a Zagabria dove avevano un negozio di mobili. La loro vita subì un cambiamento radicale nell’aprile del 1941 quando sul modello fascista e nazista si aprì una fase di politiche di deportazione e sterminio. I coniugi, finirono presto nel mirino di questi provvedimenti e decisero di scappare. Vennero scoperti a Lubiana e chiusi in un campo di concentramento. Dopo qualche mese furono trasferiti a Cantù con la qualifica di “internati stranieri”. Trovarono da vivere in una cascina nei boschi tra Fecchio e Cascina Pelada. Luogo da dove speravano di poter scappare in Svizzera per poi raggiungere i parenti negli Stati Uniti.
Speranze e sogni che non si realizzarono, tre persone nel marzo del ’44 aggredirono la coppia alle spalle allo scopo di derubarli, forti del fatto che la scomparsa di due internati ebrei non avrebbe destato sospetti. Frankl morì subito, Klara svenne e questa fu la sua salvezza. Pensando fosse morta i malviventi abbandonarono i corpi in un fossato e li coprirono di terra. Klara però si riprese e chiese aiuto ai carabinieri, dove ad accoglierla trovò il maresciallo Luigi Pepe. “I miei nonni mi raccontavano sempre di questa donna ‘sepolta viva’ che si salvò miracolosamente” ha ricordato oggi il nipote del maresciallo, il giornalista del quotidiano La Provincia di Como, Mauro Butti.
Klara successivamente riuscì ad allontanarsi e a far perdere le proprie tracce. Tornò a Cantù nel 1946 quando incontrò l’allora sindaco Luciano Inganni e decise che le spoglie del marito dovessero rimanere a Cantù. Oggi il primo cittadino Bizzozero e la sua giunta, alla scadenza della concessione, hanno deciso di tumulare i resti nel Famedio.