Sette giorni e un mistero che resta più che mai fitto. E’ trascorsa una settimana dall’omicidio di Candido Montini, 76 anni, ucciso martedì scorso a coltellate nella sua abitazione a Catasco di Garzeno e il cerchio non si è ancora stretto. Il killer resta senza nome. L’indagine della procura di Como è al momento ancora contro ignoti. Nessun sospettato e neppure un’ipotesi certa sul possibile movente.
A Como, per collaborare all’indagine, sono arrivati i carabinieri del reparto crimini violenti del Ros di Roma, il raggruppamento operativo speciale. Lavoreranno accanto ai militari dell’Arma del nucleo investigativo di Como e dei colleghi di Menaggio, che dai primi istanti si stanno occupando dell’inchiesta. Il corpo di Candido Montini è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria, che non ha ancora dato il nullaosta alla sepoltura. E sono ancora sotto sequestro anche la casa in cui è avvenuto il delitto e la bottega del 76enne, a poca distanza dall’abitazione.
L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Alessandra Bellù. Oggi in procura ci sarebbe stato anche un vertice con il procuratore Massimo Astori per fare un punto della situazione a una settimana dall’omicidio di Catasco di Garzeno.
Nella piccola frazione, con il passare dei giorni cresce l’angoscia e i residenti sono in attesa di risposte. “Pur di toglierci di dosso l’ombra dei potenziali assassini siamo pronti a una campagna a tappeto, ci prelevino pure impronte e Dna”, ha detto nei giorni scorsi il vicesindaco Mario Montini, residente a Catasco, parlando a nome di tutta la comunità.
Gli investigatori attendono la relazione dettagliata sull’esame autoptico e gli esiti dei rilievi effettuati dalla scientifica nelle ore successive alla scoperta del corpo senza vita di Candito Montini, avvenuta mercoledì scorso, il giorno successivo all’omicidio. Uno dei residenti, allarmato perché la saracinesca del negozio di alimentari del 76enne era rimasta abbassata, è andato a bussare trovando poi il pensionato a terra, senza vita, in un lago di sangue.
Vedovo, padre di due figli, nonno, ex consigliere comunale e vicesindaco, Candido Montini, anche se ormai in pensione, non ha mai spesso di lavorare nel suo piccolo negozio. L’uomo, come riferisce chi lo conosceva, era apprezzato e ben voluto da tutti e al momento non sarebbero emersi litigi, rancori o episodi insoliti che potrebbero aiutare a far luce su un possibile movente del delitto. Un quadro che rende ancora più complicato il lavoro degli inquirenti chiamati a dare un volto al killer di Candido Montini e a spiegare il perché di tanta violenza.