(ANSA) – NUORO, 25 SET – È un coro unanime quello che arriva dai vicini di casa della famiglia Gleboni distrutta da una strage familiare nel quartiere di Monte Gurtei a Nuoro ad opera del capo famiglia, Roberto. Per tutti era una famiglia serena, senza alcuna tensione. "Mai sentito nulla, un litigio un problema – dice un anziano che abita al primo piano di una palazzina che fa ad angolo tra via Ichnusa e via Carloforte, a pochi passi dall’appartamento della famiglia Gleboni – Roberto era il più socievole: si fermava a parlare con noi. Due giorni fa li ho visti insieme, Roberto e la moglie, mentre tornavano dal supermercato dove avevano fatto la spesa. Stamattina tuonava e non ho sentito gli spari, ci siamo accorti di quello che era successo dalle ambulanze intorno alle sette". "Sono sgomenta e incredula – dice una donna che attende di entrare nel palazzo dove vive la figlia e dove stamattina è avvenuta la strage – Sembravano una coppia affiatata, mia figlia che abita al piano di sopra non ha mai sentito un dissidio familiare in questa famiglia. La moglie poi era gentilissima: sabato scorso era salita nell’appartamento di mia figlia che aveva avuto problemi di salute per misurarle la pressione. Quello che è successo non ha una giustificazione c’è solo dolore". Ed è difficile capire ora cosa sia successo nell’appartamento dell’orrore e quale sia stato il movente che ha scatenato la strage. Saranno gli inquirenti a ricostruire quello che è successo stamattina intorno alle sette in via Ichnusa, dopo aver sentito parenti e amici della coppia e dei loro figli. Fondamentale il racconto dei sopravvissuti per fornire dettagli importanti e cercare di comprendere cosa ha scatenato la follia omicida dell’uomo, da sempre appassionato di armi per uso sportivo. Di certo c’è che Roberto Gleboni, quando ha sparato con la sua semi automatica 7.65 detenuta legalmente, ha colpito tutte le vittime alla testa, come se ci fosse una determinazione a sterminare tutta la sua famiglia. (ANSA).