Contro la chiusura delle scuole a Como la protesta è bipartisan. Le opposizioni, dal centrodestra al centrosinistra, al fianco delle famiglie che hanno già manifestato nei giorni scorsi con un flash mob in piazza verdi. È stato un martedì di volantinaggio per la Lega di Como. Insieme con Elena Negretti, capogruppo in consiglio comunale, il segretario cittadino Ivan Noseda e altri esponenti del Carroccio, si sono dati appuntamento fuori dalla storica scuola di via Perti, destinata a chiudere il prossimo anno scolastico. Per sensibilizzare la cittadinanza riguardo alla decisione dell’amministrazione di chiudere complessivamente 8 plessi tra Infanzia e Primaria e medie.
La Lega: “Impatto devastante sulla comunità educativa e sul futuro dei ragazzi”
“La Lega di Como – si legge nella nota diffusa dalla segreteria cittadina – si schiera al fianco di alunni, genitori, insegnanti e cittadini comaschi, esprimendo forte opposizione a questa decisione che, se attuata, avrebbe un impatto devastante sulla comunità educativa e sul futuro dei nostri ragazzi. Chiudere le scuole – si legge ancora – significa privare i bambini di un diritto fondamentale all’istruzione e alla socializzazione. La nostra città ha bisogno di investire nell’educazione e non di ridurre i servizi”.
L’invito lanciato ai cittadini comaschi è di unirsi alla protesta e far sentire la propria voce contro questa decisione. “Non possiamo permettere che la nostra comunità venga indebolita da scelte che non tengono conto delle reali necessità delle famiglie comasche e che non sono state condivise con nessuno” dicono infine gli esponenti del Carroccio. La mobilitazione continua e sono previste ulteriori iniziative nei prossimi giorni.
La Cgil: “Nessun confronto con i sindacati”
La decisione di chiudere e accorpare le scuole ha visto anche i consiglieri del Pd e di Svolta Civica in prima linea. Una mozione del consigliere Vittorio Nessi approderà domani in consiglio comunale. La mancata condivisione con le famiglie è un tema che è stato ribadito da più parti e che rilancia anche la Cgil parlando di “nessun confronto o approfondimento con le organizzazioni sindacali”. “E’ insopportabile – dice il segretario generale Sandro Estelli – liquidare la discussione asserendo che la chiusura era prevista nel programma elettorale”.
Netta la posizione del Comune: “Decisione presa”
Dalla giunta di Como, sia il sindaco Alessandro Rapinese che il vicesindaco e assessore alle politiche educative Nicoletta Roperto hanno ribadito che, pur comprendendo la reazione dei genitori, la decisione è presa ed è figlia di una lunga analisi che è partita dal numero di iscritti, dalle condizioni degli edifici e dalle conseguenti opere di manutenzione da mettere in conto.