(V. ‘Clan mafioso spacciava droga in Puglia …’ delle 7:48) (ANSA) – BARI, 23 SET – "Questa misura è nei confronti di 27 persone. Per 12 è stata eseguita subito, per 15 non si può eseguire perché c’è bisogno di questa novità, introdotta di recente, che è l’interrogatorio preventivo. Il giudice, prima di decidere se arrestare o meno queste persone, le deve sentire, perché rispondono di un reato meno grave rispetto a quelle arrestate subito. Chi non è stato arrestato, quindi, sa già di essere tra i potenziali arrestabili". Così il coordinatore della Dda di Bari, Francesco Giannella, nel corso della conferenza indetta sull’operazione della Dia che questa mattina ha portato all’arresto di 12 persone (11 in carcere, 1 ai domiciliari) con le accuse, a vario titolo, di aver promosso, diretto e partecipato ad un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e di aver, di conseguenza, approvvigionato, detenuto e smerciato cocaina sul mercato di Foggia e provincia, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, nel Basso Molise e in Abruzzo. Dubbi sulla figura dell’interrogatorio preventivo sono stati sollevati anche dal Procuratore Roberto Rossi che si è chiesto "che succede se qualcuno degli indagati scappa o distrugge le prove?", e dal pm della Dda di Bari Ettore Cardinali, che ha coordinato le indagini secondo cui "per i procedimenti sulla criminalità organizzata bisognava agire diversamente. Oggi 15 persone che sarebbero state in carcere o ai domiciliari sono a conoscenza di tutti gli atti di un procedimento che riguarda la criminalità organizzata". Gli inquirenti hanno poi spiegato come la droga, definita "purissima", arrivasse in Italia attraverso pescherecci partiti dall’Albania. (ANSA).