Frana di Civiglio e strada chiusa, ricorso contro l’ordinanza del sindaco. La proprietaria del terreno – dove lo scorso 15 maggio – si è verificata la frana ha presentato ricorso per annullare le richieste dell’amministrazione comunale.
Diverse le motivazioni alla base del ricorso. In primo luogo il fatto che la perizia effettuata dal geologo del privato colloca l’origine dello smottamento in un terreno sovrastante a quello indicato dal Comune. Nei giorni scorsi la giunta ha approvato una variazione di bilancio urgente per stanziare 300mila euro per la progettazione e le opere con l’obiettivo di accelerare i tempi per la riapertura della strada a Civiglio. L’amministrazione aveva emesso un’ordinanza a giugno scorso nella quale si imponeva alla proprietà dell’area l’avvio della progettazione degli interventi di messa in sicurezza entro 45 giorni insieme con il cronoprogramma delle attività.
“Acclarato che il privato non ha adempiuto ci muoviamo noi anticipando la somma e i lavori vogliamo recuperare il tempo perso dalla proprietà”, aveva spiegato nelle scorse ore il sindaco Alessandro Rapinese aggiungendo: “Sappiamo che non adempiere ad un’ordinanza comporta non solo la restituzione della somma (scorporata degli interventi che spettano al Comune) ma anche responsabilità più gravi”.
Nel suo ricorso, l’avvocato Aristide Campisani, che assiste la proprietaria, cita la relazione del geologo nella quale si legge di “un accumulo strabordante di materiale eterogeneo” e nel documento di opposizione il legale parla di “ordinanza illegittima poiché carente dei doverosi accertamenti istruttori che, se correttamente esperiti, avrebbero consentito a qualsivoglia tecnico, con tutta facilità, di ricollegare quantomeno la provenienza delle acque dilavanti, la loro mancata regimazione e, in ultima analisi, l’origine della frana dai terreni sovrastanti”. Tra gli aspetti elencati nel ricorso l’ordinanza viene indicata come “sproporzionata e vessatoria nei confronti del privato” e infine viene chiamata in causa la responsabilità del Comune a vigilare “essendo consapevole dello stato dei luoghi e della fragilità del versante”.
Ora la partita passa al Prefetto che dovrà decidere sulla questione.