Sanità lombarda in crisi: tra liste d’attesa e tempi infiniti. La Regione dichiara guerra ai medici che lasciano il pubblico per il privato. A Como poi a questo fenomeno si aggiunge anche la concorrenza spietata, dal punto di vista economico e organizzativo, della Svizzera
Fermare “l’emorragia” di camici bianchi o infermieri che si dimettono dalle strutture pubbliche per andare a lavorare nel privato. Questa l’intenzione dell’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, espressa durante un’audizione della commissione Sanità. Bertolaso ha fatto sapere che studierà degli interventi per fermare questa pratica, che possono andare dalla sensibilizzazione delle strutture a un patto di collaborazione con le stesse fino anche a provvedimenti più ‘pesanti’, come l’interruzione della convenzione. “Ricorderò a breve a tutti i direttori generali delle aziende pubbliche e private che dobbiamo puntare al gioco di squadra e che non è accettabile che gli ospedali privati convenzionati facciano il mercato con gli ospedali pubblici, portando via al servizio pubblico primari con intere equipe. Una prassi che non accettiamo più” ha spiegato, senza giri di parole, Bertolaso. “In questo senso – ha concluso – possiamo immaginare degli interventi. Per ora, però, siamo ancora nel campo delle intenzioni e non delle decisioni”.
Tempi ancora lunghi per il Centro Unico di Prenotazione
Nella stessa commissione si è parlato anche del progetto del Centro Unico di Prenotazione regionale. Bertolaso ha ammesso la difficoltà operativa di un processo del genere. “Ero stato ingenuamente ottimista – ha detto – I tempi non sono quelli che speravo ma il Cup in questa regione ci sarà alla fine del 2025 e l’inizio del 2026”.
“Sono preoccupatissimo per quanto ha affermato l’assessore, parlando di incredibile difficoltà nel mettere in piedi il Cup unico della sanità lombarda”. Ha commentato Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Consiglio regionale. “Ciò significa – ha aggiunto Majorino – che siamo di fronte a ritardi strutturali che nascono dall’incapacità della giunta di porre ai privati regole chiare e certe. Noto l’impegno di Bertolaso e non mi sfugge, ma la sua oggettiva sconfitta attuale rispetto a una partita tanto strategica è davvero un fatto preoccupante”.
Carenza di medici nel Comasco, Spata: “Percorsi specifici per trattenerli sul territorio”
Sanità lombarda in crisi e il territorio comasco non fa eccezione con un numero di medici sempre maggiore che decide di abbandonare il pubblico per passare al privato. Una situazione a cui si aggiunge l’oramai cronica “emorragia” di camici bianchi e infermieri nella vicina Svizzera, attratti da vantaggi economici e organizzativi del sistema elvetico.
Tra i motivi alla base della scelta la burocrazia che minaccia la professione e lo stress provocato da turni pesanti per coprire la carenza di medici. “Il problema che dobbiamo porci oggi è che la professione medica non deve essere resa più attrattiva soltanto in termini economici – spiega Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici di Como – Siamo i meno pagati in tutta Europa e a questo si aggiunge il fatto che negli ultimi tempi la professione è diventata molto burocratica togliendo spazio al medico di visitare e costruire un rapporto con il paziente”. Per Spata la carenza di medici sul territorio non è data da numeri in calo nella professione ma dal fatto che sempre più giovani laureati preferiscono andare all’estero invece che restare a svolgere la professione in Italia. “Bisogna sviluppare percorsi per trattenere i medici nel nostro paese – conclude Spata – Se non riusciremo a farlo in poco tempo allora la professione diventerà sempre meno attrattiva”.