Piano di razionalizzazione delle scuole di Como, oggi la commissione a Palazzo Cernezzi con la presenza del provveditore Giuseppe Bonelli, dei consiglieri di opposizione e delle famiglie.
“Quello che stiamo facendo è sanare le problematiche del passato – ha detto il sindaco, Alessandro Rapinese – Quelle del presente e del futuro le ha illustrate il provveditore con scenari apocalittici. Noi con queste otto chiusure rispondiamo al calo demografico del passato, ma se venissero confermati i dati esposti, già nell’anno scolastico 2026/27 ci troveremo con le aule ancor più vuote, anche nelle scuole primarie e nelle medie”.
Critiche le opposizioni. “Secondo una stima, sarebbero 300 i bambini che dovranno spostarsi a causa della chiusura annunciata di queste scuole – è intervenuta Patrizia Lissi, consigliere comunale del Pd – Il fenomeno della denatalità esiste, così come sono necessari i lavori di manutenzione, ma bisogna agire con criterio. Oltre all’aspetto economico, è necessaria una valutazione pedagogica e sociale. È mancato il confronto con gli insegnanti e con le opposizioni. Dobbiamo chiederci che città vogliamo – ha detto Lissi – I giovani come potranno scegliere di vivere a Como, tra gli affitti alle stelle e i quartieri senza servizi? La città si svuota”.
“Nessuna condivisione del piano con le famiglie – ha ribadito il consigliere di Svolta civica, Vittorio Nessi – Inoltre, c’è una gestione un po’ confusa di questo programma. Per quanto riguarda la scuola di via Perti, – ha continuato Nessi – nel 2019 Rapinese, allora all’opposizione, aveva preso l’impegno con le famiglie affinché l’edificio rimanesse alla sua destinazione originaria. È l’anima della scolarità del centro di Como e ora non si sa nemmeno cosa diventerà. Il piano – ha concluso Nessi – non tiene conto dei costi sociali. Ponte Chiasso non avrà più né un asilo, né una materna, né una primaria. Il Comune dovrebbe attivare delle politiche di incentivo alla natalità. Così, invece, toglie soltanto dei servizi alle famiglie”.
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