Non si ferma la protesta degli avvocati. Dopo gli scioperi dei mesi scorsi la Camera Penale di Como e Lecco annuncia un nuovo stato di agitazione nazionale.
Ecco la nota diffusa dall’Unione Camere Penali Italiane:
Con le precedenti delibere di astensione in data 4 marzo 2017 e 17 marzo 2017 si sono evidenziati limiti della riforma del processo penale di iniziativa governativa ribadendo, in particolare, la profonda contrarietà, già manifestata con convinzione durante il lungo iter parlamentare del DDL e davanti alle Commissioni giustizia della Camera e del Senato, alla riforma della prescrizione e dell’istituto del cd. processo a distanza.
Si è altresì denunciato con forza l’uso dello strumento della fiducia ai fini della approvazione del DDL da parte del Governo sottraendo al Parlamento ogni possibile confronto su di una riforma che incide in profondità sull’intero sistema processuale e sull’intero ordinamento penale.
Tuttavia, nonostante le molteplici e convergenti critiche sollevate nei confronti di tale iniziativa governativa, si è proceduto in Senato al voto di fiducia, impedendo che sul disegno di legge si sviluppasse la necessaria discussione sulle molteplici questioni tuttora controverse ed in particolare sulla riforma della prescrizione e sulla estensione dell’istituto del processo a distanza.
Di fronte all’annunciato ulteriore utilizzo davanti alla Camera di questa modalità profondamente antidemocratica con la quale si intende chiudere ogni possibile spazio di confronto ed ogni pur necessaria interlocuzione politica con riferimento a riforme che incidono in maniera diretta e penetrante sulla natura stessa del processo penale, distorcendo gravemente il modello accusatorio del giusto ed equo processo, appare necessario adottare ogni opportuna ed ulteriore iniziativa di protesta e di contrasto.
Occorre, in particolare, ribadire come il contenuto di tali riforme sia contrario, non solo agli interessi e ai diritti dei singoli imputati, ma anche alle legittime aspettative delle persone offese e della intera collettività, che esige, in un Paese civile, moderno e democratico, che i procedimenti penali abbiano una ragionevole durata e che la fase dell’accertamento dibattimentale venga posta al centro del processo penale, sottraendo la fase delle indagini preliminari all’attuale enfatizzazione e mediatizzazione, attuando e realizzando i principi del giusto processo, nel rispetto pieno delle garanzie dell’imputato e soprattutto quelle poste a presidio del diritto inviolabile della difesa e della dignità stessa della persona, violate dalla estensione dell’istituto della partecipazione a distanza.
Le ragioni poste alla base della protesta dell’avvocatura penale, connotata da una massiccia adesione alle astensioni precedentemente deliberate, ha trovato anche un importante e diffuso consenso all’interno di vasti settori della politica, dell’informazione e fra i rappresentanti del mondo della cultura e dell’Accademia, che ne hanno compreso le ragioni, del tutto estranee ad interessi di tipo corporativo, e condiviso le finalità volte alla tutela di valori del giusto processo e di fondamentali principi liberali e democratici, nell’interesse dell’intera collettività.
Considerato il silenzio del Governo in ordine alle richieste di non procedere oltre nella attuazione del dichiarato intento di porre la fiducia sul DDL giustizia anche davanti alla Camera, ovvero di procedere allo stralcio ed alla immediata approvazione della legge delega sull’esecuzione penale, lo stato di agitazione della avvocatura penale dovrà essere inevitabilmente mantenuto.